ACQUA POTABILE: OGGI C’E’, MA DOMANI ?

Torrente montano piemontese.

Veduta di un torrente montano piemontese.

      Immagino che tutti coloro che leggeranno questo semplice contributo, concorderanno con me: l’acqua è una delle risorse indispensabili ed essenziali all’esistenza sul nostro pianeta: senza acqua non c’è vita. Un dato inequivocabile, insomma, perché l’acqua non è “né di destra né di sinistra” …

I dati scientifici a nostra disposizione ci informano che la Terra possiede circa 1400 milioni di chilometri cubi di acqua, che ricoprono il 71% della superficie terrestre; di questa, ben il 97% è salata. L’acqua dolce, quindi, rappresenta appena il 3% del totale. Il 68,7% di essa è contenuta nei ghiacciai e il 30% in falde sotterranee troppo profonde per esservi attinta, per cui solo lo 0,3% dell’acqua dolce si trova in superficie (fiumi, laghi e sorgenti) e può essere utilizzata per scopi umani (ed è pari appena allo 0,008% dell’acqua totale presente sulla Terra).

Come se non bastasse, le riserve d’acqua stanno oggi diminuendo progressivamente e nel medesimo momento in cui la domanda sta crescendo altrettanto progressivamente (e pericolosamente), secondo un ritmo che ogni giorno di più mostra la sua assoluta insostenibilità. Tra meno di vent’anni, ci avvisano ad ogni piè sospinto gli stessi scienziati, ogni persona disporrà, in media, di un terzo in meno dell’acqua attualmente a sua disposizione oggi.

Anche nell’astigiano questi dati si confermano come assoluta realtà. Testimonianza principale è data dal progressivo stato di stress idrico in cui versano i pozzi della pregiata acqua di Cantarana: i consumi sono superiori alle sue disponibilità naturali e si sta correndo ai ripari creando una interconnessione con l’acquedotto del Monferrato (che preleva le sue disponibilità in quel di Saluggia, a poche centinaia di metri dal più grande, desolante e pericoloso deposito temporaneo di scorie nucleari allo stato liquido).

Per non parlare dei livelli estivi del Tanaro e dei rii locali …

Per non parlare della percezione (lontana ed astratta) che i cittadini astigiani mostrano nei confronti della “loro” acqua, secondo i dati emersi da una recente inchiesta “sul campo” del Gruppo P.E.A.C.E. dell’Asti Social Forum.

Questi sono i dati di fatto, la reale situazione.

Eppure, fino a poche settimane or sono, chiunque avesse voluto esprimere il proprio grido di pericolo partendo proprio da questi elementari e non contraddetti dati, sarebbe stato puntualmente etichettato come una nefasta, negativa ed esagerata “Cassandra”, probabilmente desiderosa di disseminare (chissà poi il perché …) il panico nel nostro tranquillo e perfetto mondo.

Ora non più. Questo “sorprendente” inverno, nella sua inusuale mitezza, ha finalmente avvicinato a tutti noi la percezione di cosa concretamente possano significare lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento dei mari, la mancata applicazione del trattato di Kyoto e la crescente cancerogeneità delle arie delle nostre città, l’avanzata delle desertificazioni della crosta terrestre, l’esaurimento delle fonti energetiche fossili, la continua estinzione di specie animali e vegetali …

Ora siamo tutti avvertiti. E senza alibi.

Cade, dunque, perfettamente a tempo la campagna nazionale di raccolta firme per una legge d’iniziativa popolare a favore dell’Acqua Pubblica, avviatasi in tutta Italia lo scorso Sabato 13 Gennaio e che, anche ad Asti, ha immediatamente incontrato l’attenzione e la condivisione della cittadinanza. Si tratta di un progetto di legge che nasce non nelle stanze della politica ma in quelle di centinaia di organizzazioni della società civile (Ong, Associazioni di Volontariato, Ambientaliste e di difesa dei Diritti, forze sindacali, movimenti …) e che riassume in soli 13 articoli (scritti in forma assai poco “politico-burocratese”) alcuni principi di salvaguardia che qui sintetizziamo:

·        L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti inalienabili ed inviolabili della persona. L’acqua è anche un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi della presente  e delle future generazioni.

· Ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la risorsa e la sua qualità. Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e finalizzato ad obiettivi di carattere sociale ed ambientale e deve essere gestito esclusivamente attraverso Enti di diritto pubblico.

· 50 litri per persona è il quantitativo minimo vitale giornaliero garantito e gratuito per tutti.

· Il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese militari, con la lotta all’evasione fiscale, con tasse ambientali di scopo. Un fondo nazionale finanzia progetti per l’accesso all’acqua potabile nel sud del mondo.

Insomma, un “modo serio” di intendere la vitale risorsa: bene di tutti, da non sprecare, da salvaguardare, talmente di valore da non potersi permettere un “padrone privato” …

Per sei mesi (fino al 13 Luglio) sarà possibile firmare per questa legge ai molti banchetti che saranno costantemente attivati lungo la nostra provincia o presso le segreterie comunali. Maggiori informazioni sul sito della campagna nazionale www.acquabenecomune.org.

 Alessandro Mortarino

Gruppo P.E.A.C.E. (Pace, Economie Alternative, Consumi Etici)

dell’Asti Social Forum