IL GIARDINO VIVO
Arch. Vittorio Fiore
Frutti di biancospino particolarmente appetiti dall'avifauna.
Ebbene sì. Il 18 aprile è arrivato nel mio giardino l’usignolo, che ha preso possesso del territorio di nidificazione nel bel centro di Castagnole Lanze, dopo aver svernato in qualche regione calda dell’Africa. Risentire dopo cinquant’anni quelle note così dolci e riposanti nello stesso tempo, con il gorgheggio modulato su toni sempre diversi, che ritmano il tempo e accarezzano l’anima, è stata per me una sensazione fantastica. Questo è stata il mio premio più grande da quando ho avuto la possibilità di ridare vita al lotto di terra che circonda la casa paterna, poi diventata anche la mia prima abitazione. Ho infatti sempre ricordato con nostalgia la musicalità del canto dell’usignolo, che ha accompagnato il tempo della mia infanzia, quando la stessa abitazione, sia pure con un giardino più piccolo, era ai margini del paese e sconfinava nella campagna.
Ho sempre creduto che il mio giardino dovesse essere il più possibile naturale e vivo, abitato dal maggior numero degli animali dei nostri boschi, e a questa filosofia ho conformato il suo recupero ambientale, a partire da 15 anni a questa parte. Ho così iniziato a mettere a dimora, nel modo più casuale possibile, tutte le specie vegetali proprie della nostra flora selvatica, come querce, aceri, olmi, castani, ciliegi, noci, tigli, frassini, ornelli, faggi, pini silvestri e biancospini, prugnoli, noccioli, viburni, cornioli, bossi, tassi ecc.Ho altresì selezionato piante da frutta antiche, particolarmente resistenti ai parassiti, per cui non ho mai dovuto utilizzare i cosiddetti fitofarmaci o pesticidi, raccogliendo sempre raccolti sani ed abbondanti, ma soprattutto sanissimi.
Merito anche degli uccelli insettivori, che hanno sempre soggiornato volentieri nel mio bosco-giardino, abitando le numerose casette-nido in legno, che ho sparso numerose sui rami degli alberi. Ho così goduto della compagnia gradita di cincie, pettirossi, merli, fringuelli, codirossi, capinere, verdoni ed altri di cui non conosco i nomi, ma che ho potuto vedere, soprattutto d’inverno, ospiti della mangiatoia, che ho attrezzato sotto il pruno, davanti alla finestra del soggiorno.Ma è soprattutto in primavera che si apprezza la loro presenza, per la lotta biologica ai parassiti, sia nel frutteto che per l’orto (che irrigo con il sistema a goccia). Quando vedo l’instancabile lavoro che questi preziosi animali svolgono, dovendo portare ogni minuto alle cucciolate e per tutto il giorno, una quantità incredibile di vermi ed insetti, capisco perché la mia frutta e il mio orto non abbisognano di altro sistema di lotta alle infestazioni.Un altro importante elemento del giardino “vivo” è certamente la creazione di un’area umida, da me realizzata con uno stagno naturaliforme, in cui nuotano pesci autoctoni, in mezzo a ninfee ed erbe acquatiche, radicate e galleggianti, che filtrano perfettamente l’acqua. Tale impianto si è dimostrato importante, sia per le esigenze vitali degli animali selvatici, che come trappola naturale per le zanzare, sistematicamente predate dai pesci. Ho voluto in tal modo sottolineare l’importanza della creazione di giardini-boschi, forse un p’ selvaggi, ma estremamente vivi e sempre interessanti, che possono, anzi devono essere maggiormente diffusi sul nostro territorio, in modo da formare una sorta di mosaico di isole naturali, dove i nostri amici animali, volatili e mammiferi, possano trovare ospitalità, sapendola ricambiare con grande generosità ed utilità.
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