Una riga rossa nel paesaggio astigiano
Marco Devecchi e Paola Grassi
Osservatorio del paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano
Veduta del nuovo viadotto autostradale sul Tanaro caratterizzato dai pannelli di colore rosso acceso disposti per centinaia di metri lungo la struttura viaria.
La nuova infrastruttura viaria
tra Asti e Cuneo è universalmente ritenuta indispensabile alle comunità
locali, anche nella prospettiva di mettere in sicurezza tratti stradali oggigiorno
non più in grado di sostenere i crescenti flussi di traffico. Partendo
da questa premessa occorre segnalare come numerose esperienze, soprattutto francesi,
nel campo della progettazione delle nuove opere viarie attestino come sia efficacemente
possibile coniugare sviluppo economico, infrastrutture e salvaguardia di paesaggi
storici. Rispetto a questo lungimirante nuovo approccio progettuale, francamente
sorprende una delle scelte progettuali adottate nella costruendo autostrada
AT-CN che si sta palesando in tutta la sua forza man mano che i lavori di realizzazione
dell’infrastruttura avanzano. Si tratta della scelta cromatica dei pannelli
di delimitazione della sede stradale lungo i viadotti. Il rosso accesso, utilizzato
a nastro per centinaia di metri lungo alcuni tratti dell’autostrada, ne evidenzia
il percorso anche a decine di chilometri di distanza, soprattutto dalle colline
circostanti la Valle del Tanaro che ambiscono ad un giusto riconoscimento a
livello internazionale da parte dell’Unesco proprio per la tipicità e
coerenza di segni storici leggibili nel paesaggio. Qual è lo scopo di
questa sorprendente sottolineatura rossa pensata a corredo estetico di questo
utile, ma certamente ingombrante elemento infrastrutturale. Non sarebbe stato
più opportuno mettere in atto in modo meticoloso tutte quelle soluzioni
più valide ed efficaci nella logica invece di inserire la struttura nel
nostro paesaggio?
Siamo ancora in tempo? Forse sì!
Certamente il colore verde in luogo della tinta rosso acceso, sarebbe stato
il dato cromatico più scontato ed appropriato, ma in questa prospettiva
risulterebbe indubbiamente anche quanto mai opportuno fare un ricorso diffuso
al verde vivo e vitale della vegetazione. Le piante, se ampiamente utilizzate
lungo il tracciato autostradale, non solo mitigherebbero visivamente l’impatto
della strada, ma migliorerebbero sostanzialmente anche la qualità ecologica
dei siti interessati e, non in ultimo, potrebbero favorevolmente contribuire
a contenere le problematiche di inquinamento ambientale (in parte anche acustico),
come oramai più sperimentazioni hanno messo in evidenza.
L’opera stradale è ancora
in corso di realizzazione. Forse è ancora possibile apportare migliorie
utili alla salvaguardia di questa parte non secondaria del nostro paesaggio
astigiano.
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