Convegno internazionale

PERCORSI DEL ROMANICO:

LA SCUOLA DEL MONFERRATO ASTIGIANO
Il patrimonio del Romanico: risorsa per lo sviluppo di un programma di turismo culturale
Sabato 29 settembre, Canonica di Vezzolano, Sala del Refettorio

 

Sessione - Il Patrimonio del Romanico astigiano

Moderatore (centro) Prof. Renato Bordone - Relatore  (sx) Arch. Paola Salerno e (dx) Fernando Delmastro.

 

La rete del  romanico del Monferrato

Arch. PAOLA SALERNO (Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Piemonte)

 

       Il corpus delle chiese romaniche del Monferrato comprende ben sessanta testimonianze architettoniche, integre o mutile, e di esse è stato fornito un ampio studio, sfociato nella pubblicazione “ Le chiese romaniche delle campagne astigiane” (1984), a cura di Liliana Pittarello,  seguita da più ristampe, aggiornate sui rinvenimenti scaturiti dai lavori di restauro che si andavano progressivamente eseguendo. Recentissimo è il volume edito dalla Cassa di Risparmio di Asti, “ Il paesaggio del romanico astigiano”,  corredato dalle suggestive foto aeree di Mark Cooper, che ripropone le schede descrittive delle chiese, arricchite da notazioni sul paesaggio.

La consapevolezza che tale cospicuo patrimonio dovesse essere accessibile ad un ampio pubblico ha da sempre cozzato con la difficoltà gestionale dei singoli edifici, spesso isolati nelle campagne, non raggiungibili se non con mezzi propri e generalmente serrati per motivi di sicurezza.

 La inesistenza di un sistema turistico che colleghi queste preziose testimonianze architettoniche si pone senz’altro come un problema irrisolto, reso ancor più spiacevole dalla  cognizione che molte cappelle sono state restaurate con impegnativi finanziamenti sia pubblici che  privati ( Fondazioni). Ma non solo: difatti molte sono le richieste da parte dei visitatori  del complesso romanico di Santa Maria di Vezzolano che, interessati al circuito romanico presentato nella mostra allestita nel Refettorio, chiedono informazioni e modalità di accesso alle chiesette, richieste alle quali non si può fornire esauriente risposta.

Una recente positiva esperienza avviata su iniziativa della Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e l’Associazione “Terre dei Savoia” che vede riuniti trenta comuni gravitanti attorno al castello di Racconigi, eccezionale polo accentratore di turismo e cultura, ha ispirato una analoga proposta per il Romanico del Monferrato.

Si vuol trarre vantaggio della grande popolarità del complesso demaniale di Santa Maria di Vezzolano,  frequentatissima meta  del turismo sia locale che internazionale - nella chiesa si conservano rare testimonianze artistiche medioevali- per indirizzare il flusso di visitatori anche nel circuito delle chiese romaniche della così detta “scuola del Monferrato”. Nelle sale del complesso della Canonica si prevede di allestire un “Museo del romanico del Monferrato”, che presenterà ai visitatori con ricchezza di materiale, anche informatico, il vasto repertorio delle chiese e la suggestione del paesaggio e costituirà il punto di partenza di un itinerario nel Monferrato romanico.

In quella ottica si sono svolti vari incontri tra la Direzione Regionale, la Soprintendenza, la Provincia di Asti, il GAL e alcuni dei  comuni interessati.

La proposta è di convogliare in un progetto organico le svariate iniziative locali e provinciali in un progetto turistico integrato, che comprenda un piano di comunicazione (informazioni sul percorso  su sito web, o anche mediante l’innovativo bus informativo) e una strategia di accoglienza, che oltre ad offrire la possibilità di visita delle chiese, consenta al visitatore la percezione del  paesaggio, che è uno dei più significativi del Piemonte. Infatti molte aree sono state indicate come  meritevoli di essere inserite tra i siti UNESCO.

In questo primo passo verso la concretizzazione del progetto, nell’ovvia consapevolezza che non risulta praticabile l’inserimento di tutte le chiese in un percorso, si sono prescelte tredici architetture, molte delle quali oggetto di restauro nell’ambito del Grande Giubileo Anno 2000, privilegiando o  la qualità architettonica, o la collocazione in un contesto particolarmente suggestivo, o ancora, la presenza di dipinti ad affresco all’interno. Anche la vicinanza con Vezzolano ha determinato in un caso la scelta di una chiesetta ( Sant’Eusebio a Castelnuovo don Bosco) : posta all’inizio  della strada tortuosa che conduce ad Albugnano e quindi a Vezzolano, il piccolo edificio  non riveste eccezionali caratteristiche architettoniche, ma senz’altro costituisce un peculiare esempio delle vicende che tanti di questi edifici hanno subito. Parzialmente interrato a seguito di un evento alluvionale e ricostruito, della struttura romanica emergeva il solo coronamento ad archetti lapidei: i  recenti restauri e uno scavo archeologico hanno messo in evidenza le antiche murature romaniche, che oggi coesistono con quelle più recenti in una singolare sovrapposizione di stili.

Si è voluto inserire in questa prima proposta di circuito anche i resti dell’antica chiesa di San Martino di Castelvero a Piovà Massaia: di raro impianto planimetrico con due absidi gemelle, sorgeva semidiruta e irraggiungibile sulla sommità di un blocco tufaceo, derivato dalla progressiva erosione delle pendici di una collina ad opera dell’uomo, per ricavare alla base uno spazio pianeggiante, destinato ad usi più pratici. Il recente recupero del rudere ha comportato la realizzazione di una bizzarra struttura muraria che – quasi torre di Babele- abbraccia in una rampa a spirale il blocco tufaceo e conduce alla sommità, dalla quale si gode di un riconquistato punto di vista panoramico.

La selezione delle restanti chiese è palesemente commentata dalla legenda che illustra la planimetria allegata. Per molte di esse si affiancano i simboli che indicano la pregnanza architettonica, la presenza di elementi decorativi sia scolpiti che ad affresco, la collocazione in un contesto di particolare suggestione. La sovrapposizione di queste caratteristiche salienti oltre a giustificare la scelta operata, indica senz’altro la opportunità della proposta di un itinerario del romanico del Monferrato.

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