Opportunità e sfide della candidatura Unesco dei paesaggi astigiani
Marco Devecchi
Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano
Storia, cultura e natura coesistono in modo singolare nei paesaggi astigiani – Montiglio Monferrato.
Ogni paesaggio è il frutto di uno speciale incontro tra uomo e natura, tra la cultura di una comunità e le fattezze fisiche di un territorio. La realtà astigiana ha espresso nel tempo uno dei paesaggi più singolari e culturalmente rilevanti a livello internazionale, trovando in particolare nella coltivazione della vite l’elemento cardine nella connotazione del territorio. La rilevanza di questo patrimonio è tale da aspirare giustamente ai più alti riconoscimenti, anche da parte dell’Unesco, potendo innescare quel circolo virtuoso di azioni finalizzate ad un concreto e sostenibile sviluppo del territorio. Ciononostante i cambiamenti che ancor oggi si verificano nel territorio appaiono spesso radicali e tali da mettere a rischio la sopravvivenza stessa del legame ricco e profondo tra luoghi e comunità. La globalizzazione culturale, intesa come omologazione dei comportamenti, dei modelli di vita e dei consumi, si riflette inevitabilmente anche nelle forme concrete delle trasformazioni paesaggio, semplificandolo e compromettendo la leggibilità dei segni passati. Nel paesaggio, infatti, ogni individuo è in grado di riscoprire le proprie radici e comprendere la propria identità. Noi stessi, come Astigiani siamo fieri ed affezionati alle immagini da cartolina dei nostri paesaggi. Non è un caso se, di anno in anno, vengono pubblicati poster, guide turistiche o volumi con immagini straordinariamente suggestive di questi paesaggi, anche se gli stessi - per citare Ungaretti – appaiono "come d'autunno sugli alberi le foglie ", cioè si mostrano in una condizione rischiosa e precaria di snaturamento o scomparsa progressiva.
Come intervenire, quindi?
Senza dubbio,
per arginare questa tendenza all'uniformità appare indispensabile valorizzare
le peculiarità e le tipicità dei luoghi, considerandole come una
ricchezza. L’elemento standardizzato e prefabbricato privo di alcun riferimento
ideale, oltre che culturale, con i lineamenti propri dei territori astigiani
non potrà che essere considerato come un corpo estraneo da rigettare
o al più da occultare con cura. Appare, in altri termini, fondamentale
a livello progettuale la ricerca convinta e consapevole di un connubio saldo
e vitale dell’opera con l’intorno paesaggistico. In tale prospettiva si
colloca il recente bando di concorso indetto dalla Provincia di Asti in collaborazione
con l’Osservatorio per segnalare e premiare gli interventi progettuali realizzati
con una speciale attenzione all’inserimento paesaggistico. Ulteriori ed ambiziosi
passi nel cammino di salvaguardia di questo singolare patrimonio culturale attendono
comunque di essere compiuti. Occorrerà, in particolare, procedere speditamente
alla realizzazione di un censimento preciso e puntuale del patrimonio paesaggistico
dell’Astigiano che porti alla stesura di un Atlante dei paesaggi di pubblica
ed agevole consultazione on line, affinché la comunità astigiana
possa convintamene appropriarsene. Questo catalogo figurato dei paesaggi astigiani
si porrà, analogamente agli altri beni di interesse storico-artistico,
quale strumento essenziale sia per la conoscenza sia soprattutto per la tutela.
L’ulteriore passo sarà rappresentato da un’azione costante di monitoraggio
e di aggiornamento dell’atlante stesso per verificare ed evidenziare - in una
logica di pubblica utilità - le possibili insidie al patrimonio paesaggistico
censito. In ultimo, non meno importante risulterà anche la messa in atto
di concreti interventi pilota di restauro del paesaggio nei siti a vario titolo
compromessi, con l’adozione di tecniche progettuali innovative, anche nel campo
dell’ingegneria naturalistica e della progettazione del verde, nell’ottica di
un generalizzato recupero estetico ed ecologico delle realtà di sofferenza.
Questi strumenti
facili da realizzare ed agevoli da gestire potranno costituire gli anticorpi
più efficaci per una effettiva conservazione, salvaguardia e valorizzazione
dei paesaggi astigiani nella prospettiva, fortunatamente tutt’altro che utopistica,
di una condivisione planetaria degli stessi, quale Patrimonio dell’Umanità.
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