Il mondo? Un prestito avuto dai nostri padri da rendere ai nostri figli
e mi piace pensare che vorremo renderglielo, se non migliore, almeno come lo abbiamo ricevuto.
Luigi Sposato
Torre eolica costruita su di un crinale collinare nel territorio delle Langhe.
Più di venti anni sono trascorsi dal referendum sull’uso dell’energia nucleare per scopi civili. Come si ricorderà vinsero i contrari. Furono chiuse le centrali esistenti e fermata la realizzazione di quella di Montalto di Castro. Nonostante siano trascorsi tanti anni, i favorevoli all’uso del nucleare non si sono mai dati per vinti e, ad ogni crisi energetica, ne ripropongono l’impiego.Così è stato anche in occasione della recente crisi del gas tra Russia ed Ucraina.
Le argomentazioni a favore sono sempre le stesse:
- siamo gli unici in Europa a non avvalerci del nucleare,
- è la fonte che ci consentirà di produrre energia a costi ragionevoli quando saranno finiti i combustibili fossili,
- le nuove tecnologie sono sicure e riducono al minimo la possibilità di incidente ecc.
Ma è proprio tutto vero? Siamo sicuri che la scelta dell’energia nucleare sia la più giusta?
Le risorse del pianeta, è vero, non sono infinite e procurasele costerà sempre più caro. La cronaca recente ci dice, però, che se anche riuscissimo a produrre energia nucleare in sicurezza assoluta (e per le conseguenze di un incidente pensiamo a Chernobyl) rimarrebbero da risolvere il problema dello stoccaggio e dello smaltimento delle scorie e quello dell’opposizione delle popolazioni sul cui territorio si vorrebbe costruire il sito di stoccaggio definitivo o la centrale. (Saluggia e Scanzano). Ed allora come si ovvia alla mancanza di energia? Le alternative sono rappresentate da risparmio energetico, fonti alternative ed eliminazione degli sprechi. A quest’ultimo riguardo mi limito a segnalare che le lucine colorate che indicano lo stato di attesa (Stand-By) degli elettrodomestici sono oggi la prima fonte di consumo di energia per uso domestico. Le fonti alternative utilizzabili già ora sono: teleriscaldamento, cogenerazione, fotovoltaico o solare, eolico, uso delle biomasse e del metano, la combustione dell’alcol e dell’idrogeno, questi ultimi più specificatamente per trazione di autoveicoli.
Si sta anche sperimentando la costruzione di edifici a minore consumo e a consumo negativo di energia. In grado, cioè, di produrre più energia di quanta ne serva al loro funzionamento. L’eccedenza si vende al gestore. Quest’ultima ipotesi consente inoltre:
- di produrre energia ad impatto ambientale nullo (perchè non richiede centrali nè condutture),
- di evitare la dipendenza dalle grandi unità produttive e di trasporto, e quindi, l’interruzione della fornitura ad intere popolazioni (Black-Out). Dell’utilità di tali forme alternative sono fautori convinti; al contrario di noi italiani, tedeschi e danesi che sono all’avanguardia nella produzione ed esportazione di tali tipi di energia e delle relative tecnologie.
Ora mi chiedo ”come è possibile essere superati dai popoli nordici nell’uso del sole o del vento?” In realtà una lodevole eccezione, sono ancora poche, è rappresentata proprio dal nostro Piemonte dove la città di Alessandria ha dato vita ad un quartiere in grado di soddisfare autonomamente fino al 60% della richiesta di energia. Il sistema è stato realizzato in collaborazione con l’Università di Torino e con la provincia di Alessandria ed utilizza il fotovoltaico come fonte di energia. La tecnologia è già stata illustrata ad alcuni paesi europei e interesserebbe la città di Nanchino in Cina che vorrebbe utilizzarlo per fornire energia a circa 90.000 abitanti. Solo con lo sviluppo di queste forme alternative e con un uso più responsabile dell’energia prodotta, potremo, a mio avviso, approvvigionarci di energia senza incidere negativamente sullo stato di salute del mondo. E a quanti ripropongono, invece, l’uso del nucleare rispondo, oggi, come al referendum:
NUCLEARE? NO, GRAZIE!
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