Relazione presentata al

Convegno a ricordo del Prof Italo Currado

Asti, sabato, 22 luglio 2006

Salone della Società Mutuo Soccorso “Fratellanza Militari in Congedo”, Via Bonzanigo 46, h 9,00-13,00

Pippo Sacco

Pippo Sacco

 

Pensando a Lillo, forse più di altre cose mi torna in mente la sua “vis” polemica e critica. Sovente, quando ci incontravamo, esordiva inveendo contro qualcuno che aveva compiuto qualche birbanteria edilizia o quanto meno estetica. E mi esortava ad andare subito a vedere - descrivendo con estrema precisione il luogo e l’accaduto - a fare delle foto per poi scrivere magari sul giornale…

Era un attento osservatore del paesaggio urbano, Lillo, e registrava ogni variazione accompagnata sempre da giudizi e commenti critici.

Voglio ricordare Lillo Currado come socio fondatore del Gruppo Ricerche Astigiane. Eravamo una decina di persone o poco più, ma tutti appassionati di storia e di cose astigiane, e cominciammo a ritrovarci nella primavera del 1970, di sera, in un Archivio di Stato incredibilmente vivo, allora diretto da Mino Fissore. Tra don Dacquino che ogni tanto arrivava con un antico messale miniato o con un documento dell’Archivio Capitolare e tra Lodovico Vergano, sempre schivo e taciturno ma pronto ad intervenire al momento giusto per rimettere ordine nelle discussioni, anche Lillo Currado sapeva apportare il suo contributo alle discussioni ed alle ricerche con il suo sapere. E poi, più di una volta è stato protagonista degli incontri del Gruppo Ricerche Astigiane relazionando ai soci su ritrovamenti, su studi topografici del territorio o sulla numismatica, di cui era profondo conoscitore.

Ma voglio ancora ricordare Lillo Currado per aver avuto un ruolo determinante ed essenziale nella pubblicazione dell’importante volume di Ada Peyrot sulla cartografia artigiana.  Oltre a mettere a disposizione i pezzi della sua ricca collezione, già un anno prima Lillo aveva contattato tutti i soci del Gruppo Ricerche, tutti gli amici e tutti i conoscenti perché si rendessero conto dell’importanza dell’opera e dell’occasione unica di riunire quanto più materiale possibile e perché ognuno contribuisse con i suoi pezzi inediti. 

 

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