Relazione presentata al
Convegno a ricordo del Prof Italo Currado
Asti, sabato, 22 luglio 2006
Salone della Società Mutuo Soccorso “Fratellanza
Militari in Congedo”, Via Bonzanigo 46, h 9,00-13,00
Prof. Gennaro Viggiani
I primi miei contatti con Italo Currado risalgono alla fine degli anni ’60, in seguito alla pubblicazione del suo primo lavoro dal titolo “Presenza spontanea in Piemonte di Prospaltella perniciosi Tower “ (1968). Ci scambiammo poche lettere, qualche telefonata …. e fu subito simpatia! Avevamo un comune interesse nello studio di un gruppo di antagonisti naturali degli insetti che danneggiano le piante, quello degli Imenotteri parassitoidi, e al loro utilizzo con metodi di controllo biologico e integrato. Era l’epoca dell’euforico impiego dei prodotti chimici in agricoltura, soprattutto per la difesa delle piante dagli organismi dannosi e nella quale, timidamente e faticosamente, alcune istituzioni scientifiche cercavano alternative e comunque criteri per razionalizzare gli interventi.
L’occasione per conoscere Italo, anche sotto l’aspetto umano, la ebbi in seguito ad un’altra sua pubblicazione dal titolo “Propagazione spontanea in Piemonte di Polynema striaticorne Girault” (1974). Occupandomi infatti di Imenotteri Calcidoidei e di controllo biologico, ormai da qualche decennio, mi rivolsi al Direttore dell’Istituto di Entomologia dell’Università degli Studi di Torino, Prof. Athos Goidanich, per avere degli individui del sopracitato parassitoide di uova della cicalina buffalo (Stictocephala bisonia), insetto dannoso alla vite, a diversi fruttiferi, nonché ad altre piante coltivate e spontanee, da pochi anni introdotto accidentalmente in Italia. Questo insetto era infatti comparso anche in alcune aree campane è quindi sembrava opportuno favorirne il controllo biologico introducendo tempestivamente il suo antagonista. Ebbe l’incarico di occuparsi della mia richiesta, ovviamente avallata dall’allora mio Direttore Prof. Giuseppe Russo, proprio. Italo Currado. Il materiale da spedire era delicato e prezioso, motivazioni che consentirono ad Italo di ottenere il permesso di venire a Portici. Lo rivedo ancora all’arrivo in laboratorio di buon mattino con il suo zainetto mentre estrae compiaciuto le provette nelle quali già si vedevano svolazzare i minuscoli imenotteri. Decidemmo di andare subito insieme in campo, in un noccioleto del nolano (prov. NA) e distribuire il parassitoide. Egli mi dette vari suggerimenti per favorire l’insediamento dell’utile insetto e nelle diverse ore trascorse insieme scoprimmo diversi interessi comuni, scientifici e non, come quello di cogliere i non rari aspetti caricaturali dell’austera accademia entomologica imperante. Per certi versi le nostre erano vite professionali parallele, pur vissute in istituzioni scientifiche geograficamente molto distanti.
I rapporti con Italo divennero sempre più approfonditi. Fummo così uniti non solo dalla immediata simpatia, ma anche da sincera stima. Come dimenticare i numerosi incontri in occasione di congressi, simposi, riunioni, ecc. e lo scambio di esperienze, di opinioni, di battute. La cordialità era in crescendo anche per le reciproche conoscenze familiari.
Egli mi tenne sempre come riferimento per la identificazione di Imenotteri Calcidoidei, gruppo sul quale ormai concentravo la più significativa attività di ricerca. Ricordo ancora la sua contentezza allorquando, approssimandosi l’XI Congresso Nazionale Italiano (Portici-Sorrento, 10-15 maggio 1976), gli dissi che potevamo presentare insieme una sua interessante segnalazione dal titolo “Sul parassitismo di Cales noacki Howard (Hym. Aphelinidae) in uova di Phalera bucephala L. (Lepidoptera. Notodontidae)”.
Divenuto professore associato di Zoologia forestale, venatoria e acquicoltura nel 1983, Italo intensificò le sue ricerche in questo settore. Tra gli studi affrontati a me parve particolarmente interessato, forse anche appassionato, alle complesse problematiche che ponevano gli scoiattoli e altri roditori all’agricoltura marginale ai boschi. Ora era questo l’argomento principale delle nostre sempre più fugaci conversazioni scientifiche. Gli avevo rivelato che io stesso avevo, nel mio paesello natio nella valle del Noce (Rivello, PZ), dei noccioli impiantati in prossimità di castagneti e querceti, la cui produzione era …..condivisa con uccelli e roditori del bosco. Ci potevamo quindi intendere anche su questo argomento.
“Lillo”, ti aspetto al chiaro di luna per sentire le ultime sugli scoiattoli.
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