Relazione presentata al

Convegno a ricordo del Prof Italo Currado

Asti, sabato, 22 luglio 2006

Salone della Società Mutuo Soccorso “Fratellanza Militari in Congedo”, Via Bonzanigo 46, h 9,00-13,00

Dott. Aris d’Anelli

Dott. Aris d’Anelli

 

Carlo Currado, padre del professor Italo, nato a Portacomaro d’Asti nel 1901 e scomparso pochi mesi fa, è stato un insigne personaggio della pediatria italiana ed europea e soprattutto un grande protagonista della storia e delle vicende della nostra città e della nostra provincia. Egli ha attraversato l’intero ventesimo secolo sempre inserito attivamente, anche nei suoi ultimi anni, quelli della grande vecchiaia, in avvenimenti medici, scientifici, culturali e promozionali collaborando con le istituzioni, associazioni, enti e club di servizio.

       Figlio di un medico condotto, dopo aver frequentato il Liceo Classico di Asti, si è laureato nel 1924 a pieni voti in Medicina e chirurgia all’Università di Torino. Ha frequentato l’Ospedale infantile di Alessandria diretto dal professor De Toni, prestigioso maestro della pediatria che diventerà, poco dopo, il direttore dell’ospedale pediatrico “Gaslini” di Genova. Conseguita la specialità in pediatria, è assunto come assistente all’Ospedale Civile di Asti nella divisione di medicina diretta dal professor Debenedetti con l’incarico di seguire i minori di 15 anni. Segue i corsi della Clinica Pediatrica della Sorbona di Parigi e a Bruxelles le lezioni del celebre clinico professor Marfan.

       Carlo Currado, seguendo gli insegnamenti dei suoi maestri, istituisce un asilo modello per i figli dei vetrai e degli operai della fabbrica Way e Assauto, praticamente aperto a tutti, ove in collaborazione con l’educatrice Lina Borgo, svolge una qualificata attività di consulenza infantile specialistica. Istituisce una rete di consultori estesa a tutto il territorio astigiano da Nizza e Canelli ai centri più piccoli e lontani coinvolgendo pediatri, medici condotti, ostetriche e vigilatrici d’infanzia. Nell’ambito della Croce Rossa tiene corsi per giovani donne e future madri per insegnare le norme da rispettare nell’attesa del parto e verso neonati e bambini. La sua più geniale iniziativa fu la creazione di una “banca del latte umano” utilizzando donne allattanti in ospedale e a domicilio per aiutare le madri non in grado di nutrire i propri figli, precorrendo in modo avveniristico il concetto della donazione che pochi anni dopo si realizzerà attraverso la banca del sangue e più tardi con quella degli organi.

      Nel 1934 consegue la libera docenza in clinica pediatrica all’Università di Milano e poco dopo è nominato primario di pediatria dell’ospedale di Asti. Quando, nel 1935 Asti fu creata capoluogo di provincia, fu chiamato a ricoprire il ruolo di vice preside nell’amministrazione provinciale con la delega all’assistenza e ai problemi dei minori. Oltre alla istituzione di colonie marine e montane per bambini e ragazzi, si occupò dei minori abbandonati e, nell’ambito dell’O.N.M.I., aprì asili, brefotrofi e reparti per “ragazze madri”. Per sua iniziativa fu edificata una struttura destinata a creare un moderno polo materno infantile con reparti di maternità, nido per neonati, asili, brefotrofio, orfanotrofio, ambulatori e reparti di accoglienza, finanziata dalla Fondazione Badoglio Pittarelli e dal senatore Penna. Purtroppo la dichiarazione di guerra destinò questo edificio, appena terminato, ad ospedale militare e, solo nel 1947 ritornò alla sua destinazione di istituto materno infantile, divenendo, negli anni Cinquanta, la sede delle divisioni di ostetricia, ginecologia e di pediatria dell’Ospedale, sino all’inizio di questo secolo.

       Nel dopo guerra, Carlo Currado organizzò la sua divisione di pediatria dotandola di mezzi moderni svolgendo una qualificata attività clinica e scientifica in collaborazione con l’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università di Torino, organizzando corsi di aggiornamento e convegni. Ebbi modo di collaborare con Currado per la creazione di attività di cardiologia pediatrica e alla pubblicazione di lavori scientifici. In quel periodo si formarono alla sua scuola tutti i pediatri astigiani: Leone Debenedetti, Mario Cavallo, che diventeranno primari rispettivamente negli anni Settanta e Ottanta, Giuseppe Piazza, Carlo Savina, Francesco Valle, e altri.

         Nel 1971 lasciò l’ospedale per limiti di età, ma continuò, sino alla sua scomparsa, ad aggiornarsi, presente ad ogni importante avvenimento nazionale e internazionale. Continuò a scrivere e pubblicare non solo argomenti pediatrici ma anche di storia della medicina coma la traduzione di un antico e prezioso volume del Vesalio e nel 1993 una interessante testimonianza L’epidemia di influenza spagnola nell’astigiano, Ricordi e ricerche di un testimone oculare. Membro di numerose associazioni medico scientifiche, sempre presente ad ogni evento culturale della città, è stato socio dalla fondazione dell’Associazione Amici di Asti, editrice del Platano. Socio fondatore del “Rotary Club” nel quale ha ricoperto le più importanti cariche sino ad essere insignito della massima onorificenza Rotariana.  Ha avuto prestigiosi riconoscimenti e premi quali L’Ordine di San Secondo e L’amis dla pera.

         Carlo Currado ha influito in modo determinante sulla formazione di suo figlio Italo, rimasto orfano della Madre in giovanissima età. Carlo Currado ha attraversato l’intero Ventesimo Secolo manifestandosi come un grande maestro di vita e di scienza: un uomo assolutamente indimenticabile.

Ho conosciuto Italo Currado, figlio del collega e amico Carlo, ancora giovanissimo, ma siamo diventati amici quando è stato presentato al Lions Club da suo suocero l’ingegner Mazzarolli. Ci ha subito avvicinato l’interesse per la storia, quella del 1800 e del 1900, le guerre d’Africa (abbiamo insieme più volte ricostruito, non senza qualche contrasto tra di noi, la battaglia di Adua del 1896), la passione per le divise, medaglie, fregi, bandiere, armi del passato. Libri antichi, carte, mappe e documenti interessavano entrambi, con la differenza che Lillo era molto più esperto e competente. Si interessava da vero esperto di pittura e architettura, in particolare di quella del Piemonte e su tale argomento ha scritto molte pubblicazioni e tra queste un prezioso volume in collaborazione con Ada Peyrot Asti e l’Astigiano per la serie “Il Piemonte nei secoli”. Profondo conoscitore di personaggi, usi, costumi della tradizione piemontese e della sua “lingua”, è stato socio e presidente del “Circolo Numismatico Astigiano” che ha coniato una prestigiosa serie di medaglie dedicate agli astigiani illustri.

         Socio dalla fondazione della “Associazione Amici di Asti” ha scritto per il Platano articoli e saggi di arte, storia locale e di numismatica. In occasione delle celebrazioni dedicate negli ultimi due anni al regista astigiano Giovanni Pastrone, si era avvicinato al cinema, partecipando alle riunioni indette, in Asti, da Livio Musso. Alpino, fiero di esserlo, amava la sua terra, la natura, le montagne, i suoi boschi, i parchi al di là dei suoi grandi meriti e interessi professionali.

          Negli ultimi mesi, quando il suo male stava sempre più minando il suo fisico, mi parlò di cose importanti, di anima, di fede, di Dio. E ogni sua parola, umile, non rassegnata, a volte persino un po’ ironica, era una lode alla vita. Un atto di fiducia e speranza.

 

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