La cultura inglese del Paesaggio: un esempio per l'Italia.

Arch. Vittorio Fiore

Veduta della pittoresca campagna inglese dall’autobus: un mezzo privilegiato per apprezzare il paesaggio!

Veduta della pittoresca campagna inglese dall’autobus: un mezzo privilegiato per apprezzare il paesaggio!

               Vorrei fare alcune considerazioni sulle esperienze maturate durante un breve viaggio, compiuto recentemente in Gran Bretagna.

       Movendomi in tremo ed in autobus tra Londra e Scarborou, cittadina costiera a nord-est dell’Inghilterra, proprio sotto la Scozia, mi ha colpito particolarmente proprio la gestione ambientale del territorio agricolo, a mio parere molto più corretta ed attenta alla conservazione della biodiversità. Ciò mi permette di fare un utile confronto con il nostro mondo e paesaggio agricolo. Intanto la prima netta sensazione è stata quella di trovarmi immerso in una vegetazione naturale diversa dalla nostra, grazie all’assenza assoluta dell’acacia americana, la gaggìa; un vero salto nel nostro passato.

      In secondo luogo le pochissime cascine isolate, che permettono l’esistenza di un’estensione di coltivi pressoché continua; e le stesse farmer, sono inserite perfettamente nel territorio, sotto il profilo architettonico, non avendo capannoni in cemento, ma soltanto strutture in legno e ferro, con le stesse coperture in cotto delle abitazioni.

      La terza considerazione estremamente positiva è la presenza massiccia delle fasce verdi, tra i coltivi e lungo le strade, principali e secondarie ed i corsi d’acqua. Ed aver scoperto che proprio una nazione così importante e progredita avesse attuato quel che qualche tempo fa avevo timidamente suggerito su queste pagine, mi ha riempito di orgoglio. La vista delle siepi lungo tutte le strade, a protezione dei coltivi dai veleni del traffico, poste leggermente arretrate dal ciglio stradale di qualche metro, oltre a quelle poste tra i coltivi, a delimitazione delle proprietà, insieme con le fasce verdi lungo tutti i corsi d’acqua e le moltissime aree umide naturali ed artificiali disegnano un paesaggio naturale assolutamente vario, piacevole alla vista, riposante e ricco di vita. Senza dimenticare l’importante ruolo svolto da queste al contenimento delle acque piovane e, conseguentemente, alla prevenzione delle alluvioni.

     Ciò ha sollecitato la mia curiosità, così ho fatto alcune ricerche attraverso internet, con l’aiuto della mia interprete personale, Gloria Cortese, mia compagna di viaggio e moglie. La conclusione è stata che questo paese ha privilegiato l’utilizzo di parte dei fondi europei per l’incremento della biodiversità insieme con il miglioramento dell’ambiente naturale, a favore di un’agricoltura basata sempre di più su di una riqualificazione biologica ed eco-compatibile. Lo stato inglese, infatti, attraverso i ministeri dell’agricoltura e dell’ambiente, sovvenziona annualmente gli agricoltori che piantano e mantengono le siepi, così come fa anche in Italia, ma soltanto per le coltivazioni prodotte. Da noi infatti le siepi si tagliano spesso e volentieri, e le coltivazioni rimangono inquinate dagli scarichi delle automobili, oltre che dalla chimica di pesticidi e diserbanti, impoverendo ambiente e vita biologica.

       Concludendo queste note di viaggio rimane da fare un’unica, amara considerazione: ma perché non copiamo una volta tanto anche noi dagli altri paesi che hanno dimostrato di essere più avveduti ed avanzati nel rispetto dell’ambiente?

Politici ed agricoltori italiani fate anche voi un bel viaggio nell’Europa che progredisce.

 

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