ATTIVIAMO UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA CONTRO I CARTELLONI PUBBLICITARI LUNGO LE STRADE

Arch. Vittorio Fiore - Libero professionista

La presenza di cartelloni pubblicitari, anche di grandi dimensioni, lungo le strade porta ad una inesorabile banalizzazione del paesaggio

La presenza di cartelloni pubblicitari, anche di grandi dimensioni, lungo le strade porta ad una inesorabile banalizzazione del paesaggio

     Abbiamo la fortuna di vivere in uno dei paesaggi naturali più belli del mondo, ma che, con caparbia determinazione, ci sforziamo di peggiorare in tutti i modi. Mi riferisco per esempio al problema della pubblicità stradale, che grazie ad una benemerita presa di posizione dell’A.C.I., si era riusciti ad abolire dalle nostre strade fino all’inizio degli anni novanta, ma che venne reintrodotta in seguito ad una campagna pubblicitaria, poco chiara e di dubbio gusto, che invase le nostre strade con gigantografie di infanti balbettanti "fozza Itaia", ricordate?, indetta per protestare contro un articolo del nuovo codice stradale che normava la pubblicità stradale esterna.

     Da allora, poco per volta, cartellone per cartellone, abbiamo visto le nostre strade riempirsi di inviti pubblicitari sempre più invadenti e il nostro bel paesaggio scomparire, sempre poco per volta, vittima della prepotenza unita all’insulsaggine di tali media cartellonistici. Parte evidente, a mio vedere, che la pubblicità stradale, specie quella extraurbana, sia una forma sbagliata, antiestetica e pericolosa di inviare messaggi promozionali, che sortiscono il solo risultato di distrarre il guidatore oltre a rappresentare, nel contempo, un continuo attentato alla bellezza del paesaggio naturale, trasformandolo in una sorta di immensa, squallida periferia di un paese del quarto mondo. Senza contare che, mi pare che possa essere più che sufficiente la dose di martellamento pubblicitario ricevuta da ognuno di noi dai vari mezzi mediatici ad ogni ora del giorno e con ogni mezzo visivo; pare pertanto ci possa essere risparmiato, senza problemi di astinenza, almeno questo pericoloso bombardamento visivo.  Tutto ciò risulta ancora più grave e deleterio per un paese come il nostro, che dichiara continuamente e giustamente di voler valorizzare il paesaggio naturale a tutto vantaggio dell’industria del turismo, probabilmente l’ultima che ci rimane e che nessuno ci potrà mai taroccare, da cui ricaviamo una consistente parte del reddito nazionale, ma poi non reagisce contro coloro che subdolamente contribuiscono a nasconderlo e a intristirlo, banalizzandolo.

    Se si pensa infine che le tasse pagate, quando questo avviene, per tale forma di pubblicità, sono ridicole, visto che sono conteggiate in base alla superficie proiettata dal cartellone sul terreno e non da quella realmente visibile, ben maggiore, si ha il quadro completo di questa forma di utilizzo dello spazio visivo, a spese del nostro paesaggio, con risultati così negativi e antieconomici.

    Un'ultima modesta proposta: perché non sostituire la deturpazione dei cartelloni pubblicitari con viali alberati e siepi campestri, che, oltretutto, possono difendere le coltivazioni esistenti lungo le strade dai veleni del traffico.

   Ci guadagnerebbe l’ambiente naturale ed il confort di guida.

 

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