A quattro passi dalla città!

Marisa Panata  - Micologo

Amanita phalloides Fungo velenoso mortale (Foto - Mario Filippa).  

Amanita phalloides Fungo velenoso mortale (Foto - Mario Filippa). 

Il territorio astigiano racchiude diverse zone di interesse naturalistico sia a Nord che a sud dell’astigiano: dai boschi di Tonengo alla Val Bormida ed a quattro passi dalla città di Asti, nelle valli e colline circostanti è possibile  camminare, respirare, osservare boschi di particolare bellezza. Essi costituiscono una peculiarità di eccezionale valore da un punto di vista naturalistico, concorrendo significativamente alla connotazione del paesaggio collinare astigiano. In particolare, la zona di Valmanera, a ridosso della città,  custodisce proprio boschi di grande importanza per le essenze arboree presenti da castagni, querce, con la presenza di esemplari anche secolari,  aghifoglie, ginestre, carpini..

Passeggiando nei boschi,  accompagnati dal solo rumore della natura,  si possono “incontrare” quei meravigliosi corpi fruttiferi, comunemente definiti “funghi”, che da sempre attraggono  ed affascinano l’uomo. Il mondo dei funghi non si circoscrive esclusivamente a quanto compare sopra la superficie del terreno, ma la vera vita biologica scende nel suo interno in complessi  intrecci vegetativi chiamate ife o micelio,  privi di clorofilla con una nutrizione  basata essenzialmente di  sostanze organiche. Il fungo non può trasformare le sostanze  minerali in sostanze organiche  e deve quindi  trovarle pronte e per questa caratteristica  svolge all’interno del bosco un ruolo fondamentale  in quanto  un anello indispensabile  del ciclo vitale  consentendo la demolizione  delle sostanze organiche (legno, fibra e cellulosa) in sali minerali e quindi in  prodotti riutilizzabili dai vegetali.

I funghi possono essere saprofiti, parassiti o simbionti. I saprofiti sono funghi che si nutrono di sostanze organiche, animali o vegetali, con capacità demolitiva. Quindi la demolizione della sostanza organica è il risultato dell’attività saprofitaria nel suo complesso come ad esempio i funghi appartenenti al genere Agaricus o Prataioli. I parassiti sono funghi che si cibano di altri vegetale, causando danni come ad esempio l’Armillaria mellea o Chiodino. I funghi simbionti, tramite le micorrize,  associazioni simbiontiche mutualistiche tra le radici ed i funghi del terreno, instaurano un rapporto di mutua collaborazione con le piante. La pianta cede sostanze organiche al fungo e questo assorbe dal terreno acqua e sali minerali per la pianta. I funghi forniscono elementi nutritivi alle radici delle piante (fosforo soprattutto), mentre le piante mettono a disposizione i prodotti della fotosintesi ; fanno parte i Boletus gruppo edulis volgarmente chiamati Porcini, le Russule  conosciute comunemente con il nome di Colombine, Lactarius o Sanguigno o Trun, ecc. Il processo di formazione  del corpo fruttifero si avvia  dall’unione di due miceli a fronte di condizioni di  clima e terreno particolarmente favorevoli. Il Regno dei  “funghi”, relativamente ai macromiceti, comprende diversi  generi e migliaia  di specie, che danno origine ad una moltitudine di  corpi  fruttiferi in una vasta gamma di espressioni di forme, colori ed odori,   proprie ed uniche di ogni specie,  che agli occhi  dei  visitatori può dare l’impressione di un mondo misterioso,   legato anche alle caratteristiche  di tossicità e di commestibilità. Il Regno dei funghi si manifesta vistosamente anche nei boschi dell’Astigiano, infatti nel  nostro territorio si possono trovare esemplari dei generi comunemente descritti in  testi scientifici ed a titolo di esempio  si ricorda  l’Amanita muscaria, ossia il fungo che viene  normalmente disegnato dai bambini di colore rosso punteggiato di verruche bianche che è tossico come  il Boletus satanas o la temuta Amanita phalloides (tossico mortale), ma anche i ricercatissimi Porcini e le Morchelle conosciute volgarmente come Spingole… Per poter continuare a godere nel futuro della vista o del sapore dei tanti e preziosi funghi mangerecci appare di fondamentale importanza l’attiva di salvaguardia dei boschi astigiani, la cui diffusa presenza costituisce un tassello insostituibile del paesaggio locale.

Occorre, infine, ricordare che  cibarsi di un fungo che non si conosce è molto pericoloso, se non si è  più che sicuri  che il fungo raccolto sia mangereccio, bisogna astenersi dal consumarlo”. Per saperne di più presso il Gruppo Micologico Astigiano  “G. Camisola”,  via Roero 45, è possibile esporre dubbi e domande.

 

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