Proposta di legge regionale per la salvaguardia e valorizzazione dei gelsi.
Marco Devecchi
Gelso monumentale presente nelle campagne astigiane.
Il gelso (in piemontese “mor” o “morè”, presente in toponimi quali “Pratomorone”, nei pressi di Tigliole d’ Asti) è un albero tipico del paesaggio astigiano, di cui si ha memoria dal XV secolo, soprattutto della specie Morus alba (gelso bianco), ma anche della specie Morus nigra (gelso nero) che in passato è stato utile sia per integrare la povera alimentazione contadina, grazie all’uso dei frutti (delle more, sia bianche che nere, sono ghiotti non solo i passeracei, ma anche i polli e in genere i “ruspanti” di fattoria) sia, prevalentemente, per sostenere la bachicoltura, fonte di reddito per alcune famiglie, e molto fiorente, a partire dai primi decenni dell’ Ottocento, fino al secondo dopoguerra del Novecento, dopo un periodo di crisi negli anni Trenta, a causa del diffondersi della cocciniglia bianca (Pseudaulacapsis pentagona).Nel territorio astigiano sono ancora presenti alcuni esemplari secolari di Morus alba e sono “stupori botanici” i bi-alberi di Castelnuovo Don Bosco (in regione Valgongone di frazione Morialdo ) e Casorzo , sulla strada per Grana: dentro un gelso è cresciuto un ciliegio, mentre in via Maestra, a Pino d’ Asti, dentro un gelso ultrasecolare è spuntato un nocciolo.Oggi il taglio di antichi esemplari, non rinnovato da nuovi impianti, rischia di mettere la parola fine a questa coltura. La perdita è particolarmente grave anche dal punto di vista naturalistico, perché questi grandi alberi, con le tipiche cavità del tronco, sono spesso, nei paesaggi monotoni di pianura, sito di nidificazione e riparo per uccelli preziosi e protetti come i rapaci notturni, quali l´allocco, la civetta, l´assiolo, o per l'upupa, il picchio verde e il picchio rosso. Ne consegue un forte impoverimento, storico e naturalistico, del contesto ambientale in cui viviamo, in particolare vengono meno le stratificazioni secolari, talvolta millenarie, dei nostri paesaggi storici, frutto del lavoro anonimo e corale delle generazioni che ci hanno preceduto.
Allo scopo di salvaguardare questa importante testimonianza botanica e nel contempo storico-culturale e paesaggistica gli studenti della classe III B del Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti, hanno partecipato al bando indetto dalla Regione Piemonte per la stesura di un testo normativo di interesse regionale. La proposta di legge dal titolo “Valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio di gelsi nel territorio piemontese” è stata selezionata tra le numerose pervenute dalla commissione regionale, insieme al altre nove proposte, risultando peraltro l’unica in ambito provinciale. La proposta di legge recita al suo Art.1, come finalità, che “La Regione Piemonte individua gli alberi e le alberate di gelsi di interesse paesaggistico-ambientale e storico-culturale presenti sul territorio regionale” e promuove all’Art.3 “Un censimento degli esemplari di particolare rilievo nella connotazione del paesaggio agrario, entro sessanta giorni dall’approvazione della presente legge, adottando una idonea metodologia di rilevazione. Il censimento dovrà raccogliere dati e informazioni relativi a localizzazione, proprietà e caratteristiche dendrometriche dei singoli esemplari che motivino l’inclusione nel censimento; le condizione fitosanitarie ed eventuali interventi necessari per garantire la conservazione degli alberi”. All’art.5 sono, inoltre, previsti “Interventi di cura ordinaria e straordinaria, attraverso l’erogazione da parte della Regione Piemonte di contributi per la salvaguardia degli alberi e delle alberate”.La proposta di legge, in oggetto, rappresenta un prezioso contributo da parte degli studenti Giulia Albezzano, Francesco Paolo Bisconti, Paola Colombaro, Luigi Coppo e Sara Ghione che nel corso del percorso formativo della scuola secondaria superiore hanno compreso l’importanza delle componenti storico-artistiche, ma anche botanico-naturalistiche, che così fortemente connotano il paesaggio agrario astigiano.
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