Abbazia di Vezzolano: no al museo di se stessa!

Dario Rei -  Docente di Politica sociale presso l'Università degli Studi di Torino.

 

Veduta della Canonica maggiore di Santa Maria di Vezzolano

 

Veduta della Canonica maggiore di Santa Maria di Vezzolano

 

      Nella Conferenza del “Venerdi dell’Osservatorio”(svoltasi a Castelnuovo Don Bosco il 26 marzo 2004 u.s. ) sono stati prese in considerazione alcune iniziative in corso, relative alla sistemazione dell’ area circostante la chiesa romanica di Santa Maria di Vezzolano in Albugnano. Tali iniziative, per quanto è possibile  finora saperne, comprendono la ricostruzione  dell’attuale area di accesso (parcheggi per pullman e auto), la ricollocazione del bar ristoro, il riassetto delle scarpate e dei prati - per regimare le acque piovane- la realizzazione di sentieri gradonati in mezzo al verde per l’accesso diretto  all’Abbazia, un impianto di illuminazione. Il sito di Vezzolano comprende tre spazi: lo spazio monumentale dell’ Abbazia; lo spazio rurale che la circonda - boschi, vigne, piante autoctone, frutteto tradizionale ; lo spazio della Cascina dell’Accademia di Agricoltura, che si trova all’inizio del lento declivio che conduce all’Abbazia. Penso sarebbe di gran lunga preferibile  arretrare l’attestamento del traffico motoristico a fianco della Cascina, in modo da  ampliare l’area di rispettoso avvicinamento verso  l’ Abbazia: una recente raccomandazione della  Provincia di Torino suggerisce di tener quanto più distanti possibile i parcheggi dagli edifici abbaziali. Retrocedere tutta la pertinenza dell’edificio a prato non calpestabile, senza la superflua antiestetica gradonata, così da mantenere le due vie di accesso pedonale lento : il percorso tradizionale, e la via che scorre in piano lungo l’attuale muro (che non è altro che il tratto finale della via storica dei pellegrinaggi  da Albugnano all’ Abbazia). In questo schema, nella Cascina dell’ Accademia d’Agricoltura, ora in uso alla Comunità collinare, dovrebbero svolgersi le attività di accoglienza, informazione, esposizione didattica, marketing di prodotti, servizi erecettività nell’ intera area dell’ Alto Astigiano. Sia comunque risparmiato un inquinamento da illuminazione, che, in nome di una falsa comodità per turisti sbadati, vanifichi le suggestioni di un luogo così appartato.Ricordando che i fondi olimpici sono stati  resi disponibili per il “rilancio dell’area a vocazione di turismo religioso nei comuni di Albugnano, Castelnuovo Don Bosco e Capriglio”, appare ormai indispensabile una riflessione corale,che si interroghi sulle vocazioni autentiche future del sito di Vezzolano. I flussi estemporanei di visitatori e turisti non sono certo  sufficienti a garantire la continuità necessaria di presenze e apporti - di studio, ricerca, spiritualità,arte.L’ importante è voler uscire dalla prospettiva, rassegnata, triste, senza futuro, di fare di Vezzolano “il museo di se stesso”.

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