Iperluogo è parola che viene da coniare; sia per contrasto a non luogo, sia in analogia con ipertesto. Mentre il non luogo si installa nella casualità di uno spazio vuoto e privo di nome,mero percorso di transito, l’iperluogo fa incontrare spazio e tempo in una comunità di sentimento, che è l’esito del riconoscimento di valori territoriali, ambientali, umani. Tali valori non appaiono tuttavia evidenti a prima vista: come l' ipertesto, l’iperluogo contiene una pluralità di registri e di significazioni, che emergono attraverso un gioco di implicazioni e risonanze, di rimandi e di circolarità, attraverso un paziente lavoro di decifrazione. Un potenziale iperluogo”, se si tiene conto della pluralità di registri spaziali e storico-territoriale che in esso vengono ad intrecciarsi, è il sito di Vezzolano (1).
2. Vezzolano: gli spazi
L’analisi del sito individua tre campiture spaziali distinte
i) Lo spazio abbaziale: l’ Abbazia, il Chiostro ,le adiacenze edificate e non : spazio definito anche fisicamente dal muro, che negli anni Trenta separò il bene storico-artistico dal suo intorno agricolo.
ii) Lo spazio rurale prossimo che circonda l’Abbazia: per un terzo bosco, il resto dedicato a vigneti, prati, seminativi.
iii) Lo spazio esterno della conca del Vezzolano, con boschi,coltivi, sentieri tradizionali, edifici minori, piccoli nuclei di case. Fin dal 1985 ne esiste un piano paesistico di tutela, ai sensi della Legge 431, che attribuisce al territorio, compreso nei comuni di Albugnano,Moncucco e Castelnuovo, “notevole interesse pubblico ai sensi della legge 1497/39” , che riguarda le bellezze naturalistiche di eminente pregio.
La conca si inserisce in quella parte occidentale della provincia di Asti, che da Berzano San Pietro giunge fino a Montafia, comprendente zone boschive e profili collinari di grande pregio, quali, oltre la conca di Vezzolano ,il vallone dei boschi di Muscandia, il territorio di Capriglio, i campi umidi di San Tonco . I valori territoriali dell’ area hanno trovato riconoscimento nel piano territoriale proposto dall’ Amministrazione provinciale di Asti, a cui potranno seguire atti specifici di tutela e gestione, da parte delle amministrazioni comprese nella Comunità collinare Alto Astigiano.
Per il territorio di questa Comunità, l’ Abbazia costituisce un attrattore simbolico di grande evidenza, una sorta di Sacra di Santa Maria delle Colline. Dilatando i quadri di riferimento spaziale in senso evocativo e simbolico, vediamo Vezzolano proiettare la sua luce sull’ intero Monferrato, e gettare un arco storico-culturale disteso fra Medioevo romanico e Barocco della Controriforma, che arriva fino al Sacro Monte di Crea. Piu’ remoti, ma non cosi’ flebili da non potersi più avvertire, sono i flussi di opere,persone, stili di vita e di fede, che circolavano un tempo nei percorsi abbaziali (Vezzolano/Vezelay) e oggi si riproducono, di ritorno, nel turismo colto di provenienza europea. Suggestivo infine ricordare quei movimenti di protagonisti della grande storia, che andando dalla Lotaringia e dalla Svevia verso la Sicilia federiciana e l’ Oriente delle crociate fecero in questo piccolo luogo sosta, reale o leggendaria poco importa.
3. L’eterogeneità degli attori
Sul sito di Vezzolano opera una elevata frammentazione di attori, che hanno competenza ad esercitare specifiche e interconnesse funzioni.
i.) Il bene storico-artistico dell’ Abbazia è affidato alla tutela della Soprintendenza di stato per i beni architettonici e per il paesaggio in Piemonte, che provvede alla relativa guardiania, ed all’ apertura ai visitatori. La Soprintendenza, con il determinante apporto finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, ha realizzato negli ultimi vent’anni importanti interventi di restauro sulla compagine dell’ edificio, lo jubé interno, gli affreschi del chiostro. L’ impianto di un giardino storico, all’interno del chiostro ha sostituito il precedente labirinto di bosso. Con altro restauro, la Soprintendenza ha riportato ad accessibilità e a potenziale uso collettivo lo spazio delle cantine sottostanti il chiostro (2).
ii) Le attività religiose della Chiesa sono affidate in via ordinaria alla Diocesi di Asti e alla parrocchia di San Giacomo in Albugnano. L’aspirazione ad insediare una stabile presenza religiosa, replicando e consolidando l’ esperienza transitoria, che nei primi anni Settanta vide la breve stagione di una comunità benedettina, resta finora in attesa di esiti visibili.
iii) L’ Accademia di Agricoltura di Torino ha ricevuto in passato i fondi rurali circostanti l’Abbazia con il compito di “promuovere il progresso agricolo”. Nel 1961, i terreni e la cascina(che nel complesso formano la cosiddetta “azienda sperimentale”) furono dall’ Accademia affidati, tramite convenzione, al CNR. Nel 2002 l’Accademia ha concesso l’azienda in comodato alla Comunità collinare Alto Astigiano (associazione locale dei comuni ) , la quale ha riaffidato la gestione al CNR ( Istituto Macchine per il Movimento Terra,sezione di Torino ). I campi sperimentali sono adibiti a ricerche e prove per le verifiche funzionali di macchine agricole in ambiente collinare. Dal 2003 è operativo un campo sperimentale di piante officinali, per ricerche di settore e per attività divulgative su aspetti agronomici di collina.
iv) Il Comune di Albugnano, che aderisce alla Comunità collinare, ha competenza diretta su aspetti urbanistico-territoriali del sito esterni alla proprietà demaniale, e indirettamente sulla logistica ed i servizi di accoglienza. Con finanziamenti del Comune e della Comunità collinare, sono previsti interventi di modificazione della Cascina, per consentirne l’ utilizzo quale centro di incontri e formazione.
v) La Provincia di Asti, proprietaria e manutentrice della strada di accesso che sfocia nel piazzale di attestamento e nel parcheggio prospiciente l’Abbazia, sta avviando un intervento di riqualificazione, finanziato con i fondi per il turismo olimpico, la cui attuazione è demandata alla Comunità collinare stessa (3).
vi) La Regione Piemonte promuove iniziative culturali,eventi musicali, mostre, all’interno dell’ Abbazia. In passato ha manifestato l’ interesse ad acquisire l’Abbazia al costituendo sistema dei beni culturali regionali.
vii) Il “Comitato per il Frutteto della canonica di Vezzolano”, piccola associazione volontaristica, ha messo a dimora, nella parte recintata retrostante l’Abbazia, su impulso della Soprintendenza, quarantotto alberi di pomi di varie dimensioni e foggia, di antica varietà piemontese costituenti un Frutteto storico
(4) Ad un’ altra associazione locale, “Terre Boschi Genti e Memorie” , si devono pregevoli consulenze botaniche e naturalistiche svolte in varie circostanze.
4. La risistemazione paesaggistica
La varietà degli elementi presenti nel sito - terra, boschi, campi, essenze vegetali, natura, pietre, arte, turismo, attività culturali - attende di comporsi in un equilibrio di grande respiro, ovvero nella unità di un “complesso monumentale” , il cui concetto è stato cosi’ espresso nel recente Codice dei Beni culturali : “ un insieme formato da una pluralità di fabbricati, edificati anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma rilevanza artistica, storica o etnoantropologica”( art. 101,comma 2 f, sott.aggiunte). Alla luce di questa esigenza microsistemica, ogni ipotesi di intervento parziale sul sito va considerata con attenzione per il rischio che si introducano effetti inattesi ed anche inintenzionali, che attentino all’ equilibrio dell’ insieme. Ad esempio, l’ inserimento di una illuminazione artificiale potrebbe alterare profondamente le suggestioni di un luogo così appartato.
Quanto alle scelte di sistemazione di ordine più generale, esse dovrebbero essere guidate da una visione chiara e convincente sulle trasformazioni opportune per le qualità percettive del sito e i comportamenti attesi dai suoi fruitori.
In particolare, arretrare l’attestamento motoristico del piazzale spostando il parcheggio piu’ in alto a fianco della Cascina, consentirebbe di ampliare l’area di rispettoso avvicinamento all’ Abbazia. L’ avvicinamento pedonale potrebbe limitarsi al percorso lungo, che scende nella direzione di Moncucco e svolta in parallelo alla facciata della Chiesa; e la via distesa in piano lungo l’attuale muro, che costituiva il tratto finale dei vecchi pellegrinaggi. Il sentiero scosceso che viene attualmente percorso dai visitatori più frettolosi è l’esito della ruscellazione dilavante, che l’uso ha modificato di fatto in percorso veloce; sarebbe da abolire, per estendervi sopra il prato non calpestabile. La Cascina ammodernata sarebbe ottima sede per quelle funzioni di accoglienza, informazione, marketing, esposizione dei prodotti tipici ecc., che costituiscono, per dir cosi’ , l’indotto economico della frequentazione dell’ Abbazia.
Il senso di questi interventi suggeriti risponde all’ intento generale di immergere lo spazio abbaziale in modo appropriato nel contesto rurale che lo avvolge e ripristinare l’ effettiva continuità fra il complesso monumentale ed il suo intorno. La soluzione più atta a ricucire” la divisione che, da oltre settanta anni, lacera l’unità del sito, consisterebbe nel ripristinare lo stato di cui danno testimonianza i documenti fra Sei e Ottocento. Vale a dire abbattere il muro divisorio tra l’ Abbazia e il suo intorno o chiudere lo spazio abbaziale dietro l’abside, in parallelo simmetrico alla facciata. Ciò che appare necessario è soprattutto non rendere l’accesso più sbrigativo(anche se si dice “amichevole”) , ma promuovere un accostamento rallentato e sobrio, rispettoso della natura e della cultura del luogo.
5. Turismo e altre vocazioni
La ricerca di una coerente sistemazione paesaggistica rimanda quindi al problema più generale delle vocazioni possibili nel futuro di Vezzolano.
Quella del turismo non può essere definita, ragionevolmente, una vocazione,ma al piu’ una funzione collaterale. Chi parla del rilancio dell’area “a vocazione di turismo religioso nei comuni di Albugnano, Castelnuovo Don Bosco e Capriglio”, dà per scontato che la dicotomia turismo/religione non ponga problemi di ordine concettuale prima ancora che pratico. Che non sia così ammette, nonostante il repulsivo linguaggio adottato, anche l’approccio di marketing territoriale: “la presenza nel territorio nord occidentale dei luoghi natali di alcuni fra i più famosi santi italiani e lo sviluppo, soprattutto nel caso di Don Bosco, di importanti infrastrutture di culto e di formazione hanno creato in un’area concentrata un’offerta che si rivolge ad un segmento di mercato molto specifico. D’altra parte quest’ offerta insiste essenzialmente nella stessa area del romanico e può costituire una interessante combinazione su entrambi i fronti, anche se le motivazioni e la composizione dei due target di pubblico non sono necessariamente omogenee “ (5). La difficoltà di inserire in forme stabili e attente l’ appello religioso nella dinamica del turismo di massa potrà trovare qualche contemperamento nel grande evento olimpico. Ma i picchi di afflusso eventualmente trainati sono destinati a rifluire, se altre e più convincenti prospettive nel frattempo non si consolidano.
E’ certo sensata la scelta di conservare l’ Abbazia a quella fruizione competente e colta, che è stata finora la sua vocazione preminente rispetto ad afflussi turistici generici. Occorre in tal senso proseguire ed affinare le attività di tutela e restauro e le attività specializzate di studio e ricerca. Si delinea la prospettiva di insediare a Vezzolano un Parco tematico artistico e storico-ambientale, che comprenda:
- il Museo delle opere del Romanico astigiano, da collocare nella parte restaurata delle ex-cantine;
- un centro di studi specializzato -eventualmente collegato al sistema universitario astense – per la gestione dei beni territoriali e il servizio al turismo colto;
- una sistemazione dell’ intorno naturalistico che valga come esempio di restauro del paesaggio tradizionale. La realizzazione del frutteto storico potrebbe inserirsi in un più ampio ridisegno del complesso cascine-vigneti –boschi, con il ripristino di varietà colturali, tecniche di agricoltura ambientalmente avvertita, il ricupero di reti idrografiche, di accessi e camminamenti, di specie vegetali ed animali, di segni tradizionali del lavoro umano.
6. Il senso del luogo
Il turismo che oggi usa chiamarsi “ di seconda generazione” [1] chiede libertà di trovare le sue risposte all’ esigenza di “abitare “ i luoghi e di capirli in termini e valori di esperienza (6). Le retoriche commerciali di circostanza, che pretendono di “vendere “ tipicità distintive usando un linguaggio omologato, ben poco servono e sovente distorcono(7). Le capacità del visitatore partecipe sono invece risorse preziose, quando consentono di riconoscere le proprietà differenziali del luogo ed entrano in consonanza con le attività e le esperienze che esso consente e prepara
Esemplare, in altro sito abbaziale del Piemonte- la Sacra di San Michele in bassa val Susa - la felice congiunzione che vi si è realizzata fra una stabile, ancorché ridottissima, presenza di religiosi, un competente e creativo comitato scientifico, una vivace disponibile associazione di volontari attinti alla società locale. Grazie a questa costellazione convergente di attori è possibile realizzare attività di studio, ricerca, produzione artistica, intrattenimento colto, svago e presenza, che espongono l’ “anima del luogo” e invitano alla crescita di frequentatori intenzionali e fedeli (8).
Riprendere, adattandolo, in Vezzolano il “modello Sacra” significherebbe fare convergere alcune condizioni che sono in parte già presenti, in parte da costruire: l’attività di tutela e conservazione svolta da istituzioni competenti e autonome; il supporto amichevole e non invasivo di istituzioni pubbliche locali, qualora si convincano che è meglio promuovere una presenza qualificata e stabile, anziché un generico turismo presto di massa. Le microiniziative volontaristiche possono evolvere in un volontariato culturale, capace di proposta e di accoglienza. Infine è necessaria la partecipazione attiva di soggetti interessati a sostenere i segni di cultura artistica, storica religiosa(9).
Evitare utilizzi impropri e ripulire il luogo da scorie superflue: tutto ciò significa conferirgli un volto splendente, libero di effondere pienamente la luce dei suoi valori storici e spirituali.
NOTE
(1) La Conferenza per l’Osservatorio del Paesaggio, da cui è ricavato il presente testo si è tenuta (26 mar.2004) col titolo Pre/visioni intorno a Vezzolano.Natura, cultura e valori di un iperluogo presso la Cantina sociale del Freisa in Castelnuovo Don Bosco(un precedente intervento sul tema alla Biblioteca Comunale di Buttigliera d’Asti; danno notizie sui due incontri J.Bianchi ,in “ Corriere di Chieri” del 14 feb.2004, D.Peira, in “La Nuova Provincia “ del 18 feb.2004 e del 30 mar.2004). Riprendo e sviluppo nel testo le idee delineate in D.Rei, La bellezza inutile, “Quaderni di Asti Studi Superiori” ,Asti,2003,pp.18-20; Valore aggiunto, valore sottratto:quali scelte per il territorio ed il paesaggio?, in “Quaderni di Muscandia”,n.1,2003, pp.81-89; Visioni di Vezzolano, in “Culture”,n.6,nov.2003,pp.51-54. Inoltre: Gradoni e asfalto rovinerebbero la bella Vezzolano, lettera al “Corriere di Chieri” ,24 apr.2004 ; Abbazia di Vezzolano:no al Museo di se stessa, in “La Nuova Provincia” 4 mag.2004; Vezzolano, non solo turismo, in ”Gazzetta di Asti”, 21 mag.2004.
(2) Paola SALERNO,a cura di, Santa Maria di Vezzolano.Il Pontile. Ricerche e restauri, Umberto Allemandi &C,Torino,1997; Bruno ZANARDI, I convitati di pietra colorata. Restauri a Vezzolano , in “ Il Sole-24 ore” , 14 dic. 1997; Il giardino del chiostro.Il restauro, pieghevole illustrativo a cura della Soprintendenza, sd ma 2003.
(3) Sono in progetto il rifacimento dell’ area di accesso ( parcheggi per pullmann e per auto), la ricollocazione del bar ristoro, il riassetto delle scarpate e dei prati per regimare le acque piovane, sentieri gradonati in mezzo al verde, un impianto di illuminazione. Gli interventi rientrano nel piano di intrerventi per l’ accompagnamento turistico delle Olimpiadi, relativo alla Provincia di Asti con fondi in prevalenza erogati dalla regione Piemonte: Olimpiadi per l’abbazia. Si investono 300 mila euro per rispettare l’ambiente, “Corriere di Chieri” ,3 ott.2003.
(4) I meli di Vezzolano attrazione turistica,in “La Stampa” 17 ott.2001; Maria Teresa GATTI, Alberi di pomi per ridare vita all’Abbazia, in “Natural” , nov.2001,p.50
(5) Progetto Creso. Piano strategico per le Terre d’Asti,Sintesi, sil e sd, ma 2004, cit. p.5 (sott.agg.).
(6) Duccio CANESTRINI, Non sparate sul turista, Bollati Boringhieri,Torino,2004.
(7) Si veda l’evocazione “simil-new age” del Santo Graal come elemento di congiunzione fra natura/paesaggio ed enologia: Alla ricerca della micro-eccellenza per lo sviluppo del sistema Italia. Considerazioni metodologiche e analisi dell’area di Muscandia( basso Monferrato),a cura di Carlo SECCHI, Università Bocconi Istituto di Economia del Turismo, sd . ma 1995, in part. p.14. Un esempio di traslazione- distorsione dei linguaggi: “ Con i luoghi salesiani e Vezzolano, il Nord Ovest astigiano è una straordinaria ricchezza potenziale per il turismo religioso. E siccome non necessariamente un pellegrinaggio dev' essere una penitenza, il viaggio nelle terre di Don Bosco può snodarsi fra valenze ambientali, storiche, ricettive ed enogastronomiche che non sono certo un peccato ma una scoperta straordinaria…”: tratto dal Comunicato stampa della Regione Piemonte a proposito della variante stradale di Buttigliera, (altra opera per il turismo olimpico), sott.agg.
(8) Sui luoghi di San Michele in Europa: Giampietro CASIRAGHI Lungo la via dell’angelo. Origini e raggio d’ azione dell’ Abbazia di S.Michele della Chiusa, in Culte et pélerinages à Saint Michel en Occident Les trois monts dédiés à l’Archanges, sous la direction de Pierre BOUET,Giorgio OTRANTO et André VAUCHEZ, Ecole Francaise de Rome,2003,pp.322-340. In generale sul senso dei luoghi: James HILLMAN, L’anima dei luoghi. Conversazione con Carlo Truppi, Rizzoli, Milano,2004
(9) Il Comitato sacrense ha promosso la realizzazione di un’ opera moderna da collocare all’ingresso del sito: L’Arcangelo Michele alla Sacra. Concorso nazionale per la realizzazione di una scultura ispirata all’arcangelo Michele, Catalogo della Mostra dei lavori presentati, 2003. Un esempio in altra parte d’Italia: alla Certosa di San Lorenzo di Padula ( Salerno ) il Progetto Le Opere e i Giorni realizza installazioni artistiche nelle vecchie celle dei Certosini. L’invenzione artistica oltrepassa la museificazione…
[1] Duccio CANESTRINI, Non sparate sul turista, Bollati Boringhieri,Torino,2004.