VISIONI DI  VEZZOLANO

Prof. Dario Rei, Università di Torino
1.  L’iperluogo 

     Iperluogo è parola che  viene da coniare;   sia  per  contrasto a non luogo, sia     in analogia  con  ipertesto. Mentre il non luogo  si installa nella   casualità di uno spazio vuoto e  privo di nome,mero  percorso di transito,   l’iperluogo   fa incontrare  spazio  e tempo   in una comunità di sentimento,  che è   l’esito  del  riconoscimento di     valori   territoriali, ambientali, umani.  Tali valori   non appaiono  tuttavia  evidenti    a prima vista:   come l' ipertesto,   l’iperluogo  contiene una pluralità di registri e di   significazioni,      che    emergono attraverso un gioco  di implicazioni e  risonanze, di  rimandi e di  circolarità, attraverso un paziente lavoro di decifrazione. Un  potenziale  iperluogo”,  se si tiene conto  della    pluralità di registri spaziali e storico-territoriale che in esso  vengono ad intrecciarsi, è il sito di Vezzolano  (1).

 

2.  Vezzolano: gli spazi

    L’analisi del sito individua tre  campiture spaziali distinte

i)   Lo   spazio abbaziale:  l’  Abbazia, il  Chiostro ,le   adiacenze  edificate e non : spazio definito anche fisicamente dal muro, che negli anni Trenta separò il bene storico-artistico dal suo intorno agricolo.

ii)  Lo spazio  rurale prossimo  che circonda   l’Abbazia:  per  un terzo bosco, il   resto  dedicato  a vigneti, prati, seminativi.

iii)  Lo   spazio   esterno   della  conca del Vezzolano, con boschi,coltivi,  sentieri   tradizionali, edifici minori, piccoli nuclei di case. Fin   dal  1985 ne   esiste     un piano paesistico di tutela,  ai sensi della Legge 431, che  attribuisce  al territorio, compreso nei comuni di Albugnano,Moncucco e Castelnuovo, “notevole interesse pubblico ai sensi della legge 1497/39” ,  che riguarda le bellezze    naturalistiche di eminente pregio.

La conca  si inserisce  in quella   parte occidentale  della provincia di Asti, che   da   Berzano San Pietro  giunge fino a Montafia,       comprendente zone boschive e profili collinari di grande pregio,  quali, oltre la  conca di Vezzolano ,il    vallone dei boschi di  Muscandia, il territorio di Capriglio,  i campi umidi di San Tonco . I valori territoriali dell’ area  hanno   trovato    riconoscimento  nel  piano territoriale proposto  dall’   Amministrazione provinciale di Asti, a cui    potranno seguire atti  specifici    di tutela e gestione, da parte delle  amministrazioni  comprese nella  Comunità  collinare Alto Astigiano.

    Per il territorio di questa   Comunità, l’   Abbazia costituisce un attrattore simbolico di grande evidenza,   una sorta di Sacra di Santa Maria delle Colline. Dilatando   i  quadri di  riferimento   spaziale   in  senso  evocativo  e simbolico,   vediamo   Vezzolano   proiettare   la sua luce sull’       intero Monferrato, e   gettare    un   arco storico-culturale disteso  fra    Medioevo romanico e  Barocco della Controriforma,   che arriva  fino al  Sacro Monte   di Crea.      Piu’ remoti,  ma  non cosi’  flebili da non potersi più avvertire,  sono    i flussi   di opere,persone, stili di vita e di fede,    che  circolavano un tempo  nei  percorsi abbaziali  (Vezzolano/Vezelay) e   oggi si riproducono, di ritorno,   nel turismo colto di provenienza europea.    Suggestivo infine     ricordare  quei   movimenti  di protagonisti   della grande storia,      che    andando  dalla Lotaringia e  dalla Svevia  verso la   Sicilia federiciana e l’ Oriente delle crociate    fecero in   questo piccolo luogo  sosta,  reale o leggendaria    poco importa.

 

3.  L’eterogeneità degli attori 

   Sul sito   di   Vezzolano  opera una     elevata  frammentazione di attori, che hanno  competenza ad esercitare   specifiche   e interconnesse    funzioni.

i.) Il  bene storico-artistico dell’ Abbazia  è affidato alla tutela della   Soprintendenza di stato per i  beni architettonici e per il   paesaggio in Piemonte,  che provvede alla  relativa  guardiania, ed all’   apertura ai visitatori.  La Soprintendenza,    con il determinante apporto finanziario della  Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, ha realizzato  negli ultimi vent’anni  importanti   interventi di restauro  sulla compagine dell’     edificio, lo jubé interno, gli  affreschi del chiostro.  L’  impianto di un   giardino storico, all’interno del chiostro   ha sostituito il     precedente    labirinto di bosso. Con altro  restauro, la Soprintendenza    ha riportato ad  accessibilità   e  a potenziale  uso    collettivo   lo spazio delle cantine sottostanti il chiostro (2).

ii)    Le attività religiose della Chiesa sono   affidate  in via ordinaria    alla Diocesi di Asti e alla  parrocchia di San Giacomo in Albugnano.   L’aspirazione ad  insediare  una  stabile      presenza religiosa,  replicando e consolidando l’  esperienza transitoria,          che  nei primi anni Settanta  vide la breve stagione di una  comunità   benedettina,   resta finora in attesa di  esiti visibili.

iii) L’  Accademia di Agricoltura di Torino ha  ricevuto  in passato   i fondi rurali circostanti l’Abbazia     con  il compito di “promuovere il progresso agricolo”.  Nel 1961,  i  terreni e la cascina(che nel complesso formano la cosiddetta “azienda sperimentale”)  furono  dall’ Accademia affidati,  tramite   convenzione, al  CNR.  Nel 2002  l’Accademia   ha concesso   l’azienda   in comodato  alla  Comunità collinare Alto Astigiano    (associazione  locale    dei comuni ) ,   la   quale  ha riaffidato la  gestione al  CNR (  Istituto Macchine  per il Movimento Terra,sezione di Torino ).  I   campi sperimentali sono adibiti a ricerche e prove per le verifiche funzionali di macchine agricole in ambiente collinare. Dal 2003     è operativo un campo sperimentale di piante officinali,  per ricerche di settore e per attività divulgative su aspetti agronomici di collina.

iv) Il   Comune di Albugnano,     che aderisce alla  Comunità collinare, ha    competenza diretta   su   aspetti urbanistico-territoriali del sito esterni alla proprietà  demaniale, e  indirettamente sulla logistica ed i   servizi  di accoglienza. Con     finanziamenti    del Comune  e della  Comunità collinare,      sono  previsti    interventi di modificazione della  Cascina,     per consentirne l’   utilizzo  quale   centro di incontri e formazione.

v) La    Provincia di Asti,   proprietaria e manutentrice   della strada di accesso   che sfocia nel piazzale di attestamento e nel  parcheggio prospiciente l’Abbazia, sta  avviando             un intervento   di riqualificazione,   finanziato con i fondi per il turismo olimpico, la cui attuazione è  demandata alla Comunità collinare stessa (3).

vi) La     Regione Piemonte  promuove iniziative culturali,eventi musicali, mostre,  all’interno dell’ Abbazia.   In passato ha manifestato  l’   interesse ad   acquisire l’Abbazia al costituendo   sistema dei  beni culturali regionali.

vii) Il    “Comitato per il Frutteto della canonica di Vezzolano”,     piccola associazione volontaristica,   ha messo a dimora,   nella parte  recintata    retrostante l’Abbazia,  su impulso della  Soprintendenza,  quarantotto  alberi di pomi di varie dimensioni e  foggia, di   antica varietà piemontese  costituenti un Frutteto storico

(4) Ad un’  altra  associazione  locale,  “Terre Boschi  Genti e Memorie”  ,  si devono pregevoli consulenze  botaniche e   naturalistiche svolte in  varie  circostanze.

 

4.  La risistemazione paesaggistica

     La varietà degli elementi presenti nel sito - terra,  boschi, campi, essenze vegetali,      natura,   pietre, arte, turismo, attività  culturali -    attende di    comporsi in un equilibrio di grande respiro, ovvero nella    unità di un     “complesso monumentale”   ,  il cui   concetto   è stato cosi’     espresso nel recente Codice dei Beni culturali :  “ un insieme formato da una pluralità di fabbricati,  edificati anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma rilevanza artistica, storica o etnoantropologica”(  art. 101,comma 2 f,  sott.aggiunte).  Alla luce di questa esigenza microsistemica,     ogni    ipotesi di intervento parziale sul  sito     va considerata con attenzione  per  il   rischio  che si introducano effetti inattesi ed anche   inintenzionali,   che attentino all’ equilibrio dell’ insieme. Ad esempio, l’   inserimento di una   illuminazione   artificiale  potrebbe  alterare  profondamente     le  suggestioni di un luogo  così appartato. 

    Quanto alle scelte di sistemazione di ordine più generale, esse dovrebbero essere guidate da una visione chiara e convincente sulle  trasformazioni opportune per le  qualità percettive del sito e i  comportamenti attesi dai suoi fruitori.

    In particolare, arretrare   l’attestamento    motoristico del piazzale  spostando il    parcheggio    piu’ in alto  a  fianco della Cascina,   consentirebbe di     ampliare l’area di rispettoso avvicinamento all’ Abbazia. L’  avvicinamento  pedonale   potrebbe     limitarsi al    percorso lungo,   che scende nella direzione di Moncucco  e  svolta      in parallelo alla facciata della Chiesa;  e la     via   distesa       in piano lungo l’attuale muro,  che costituiva    il tratto finale dei vecchi pellegrinaggi.  Il sentiero scosceso che viene attualmente   percorso   dai visitatori  più   frettolosi è  l’esito della       ruscellazione dilavante,  che l’uso ha modificato di fatto   in  percorso   veloce;   sarebbe da abolire,  per    estendervi sopra  il   prato non calpestabile.   La   Cascina      ammodernata   sarebbe  ottima   sede    per quelle  funzioni di   accoglienza,  informazione, marketing, esposizione dei prodotti tipici  ecc.,   che costituiscono, per dir cosi’ ,   l’indotto economico  della frequentazione dell’ Abbazia.

 

Il senso   di questi  interventi  suggeriti    risponde   all’  intento generale di   immergere     lo spazio abbaziale in modo appropriato   nel  contesto rurale che lo avvolge  e   ripristinare l’ effettiva continuità fra  il complesso monumentale ed il suo intorno. La  soluzione  più   atta a        ricucire”   la divisione  che, da oltre settanta anni,  lacera l’unità del sito,  consisterebbe nel      ripristinare lo stato di cui danno testimonianza i documenti fra    Sei e Ottocento. Vale a dire abbattere    il muro divisorio    tra   l’  Abbazia e  il suo     intorno  o  chiudere      lo spazio abbaziale   dietro l’abside,  in parallelo simmetrico alla facciata. Ciò che appare necessario  è   soprattutto  non  rendere l’accesso  più   sbrigativo(anche se  si dice “amichevole”) ,  ma promuovere un accostamento    rallentato e sobrio,  rispettoso della natura e della cultura del luogo.

 

5. Turismo e altre vocazioni

    La  ricerca  di una coerente  sistemazione paesaggistica     rimanda quindi  al problema  più  generale    delle     vocazioni    possibili   nel   futuro di Vezzolano.

    Quella del turismo non può essere definita, ragionevolmente,       una vocazione,ma    al piu’   una funzione collaterale. Chi parla  del  rilancio dell’area “a vocazione di turismo religioso  nei comuni di Albugnano, Castelnuovo Don Bosco e Capriglio”,    per  scontato  che la  dicotomia     turismo/religione  non ponga problemi di ordine concettuale prima ancora che pratico. Che non sia    così   ammette,  nonostante  il   repulsivo  linguaggio adottato,  anche    l’approccio di marketing territoriale:   “la   presenza nel territorio nord occidentale dei luoghi natali di alcuni fra i più famosi santi italiani e lo sviluppo, soprattutto nel caso di Don Bosco, di importanti infrastrutture di culto e di formazione hanno creato in un’area concentrata un’offerta che si rivolge ad un segmento di mercato molto specifico. D’altra parte quest’ offerta insiste essenzialmente nella stessa area del romanico e può costituire una interessante combinazione su entrambi i fronti, anche se le motivazioni e la composizione dei due target di pubblico non sono necessariamente omogenee “ (5).    La  difficoltà  di inserire in forme stabili e attente  l’ appello religioso nella   dinamica del    turismo   di  massa potrà trovare  qualche contemperamento nel   grande evento  olimpico. Ma   i picchi di afflusso eventualmente   trainati  sono  destinati  a rifluire,   se  altre e   più convincenti  prospettive nel frattempo non si consolidano.

    E’ certo   sensata la scelta   di  conservare    l’  Abbazia  a quella   fruizione   competente e colta,   che è stata    finora la sua   vocazione  preminente   rispetto ad afflussi turistici generici.  Occorre  in tal senso    proseguire ed affinare le attività di tutela e restauro e le   attività specializzate di       studio e  ricerca. Si delinea la  prospettiva di  insediare a Vezzolano   un Parco  tematico  artistico e storico-ambientale,  che comprenda:

- il    Museo delle opere del  Romanico astigiano, da collocare nella parte restaurata delle ex-cantine;

- un centro di studi specializzato   -eventualmente   collegato al   sistema universitario astense –  per la   gestione dei beni territoriali  e  il   servizio al   turismo   colto;

- una   sistemazione dell’ intorno   naturalistico  che valga   come esempio di restauro del paesaggio tradizionale.  La realizzazione del frutteto storico potrebbe inserirsi in un più ampio ridisegno del complesso cascine-vigneti –boschi, con il   ripristino  di varietà colturali, tecniche  di agricoltura ambientalmente avvertita, il ricupero di reti  idrografiche, di   accessi e camminamenti, di specie vegetali ed animali, di segni  tradizionali  del lavoro umano.

 

6.  Il senso del luogo

    Il turismo che oggi  usa chiamarsi “ di seconda generazione”  [1]  chiede  libertà di trovare  le sue     risposte  all’  esigenza    di    “abitare “   i luoghi  e di    capirli  in termini e valori di esperienza (6). Le     retoriche commerciali    di circostanza,   che    pretendono   di     “vendere “    tipicità distintive  usando un linguaggio omologato, ben  poco servono e sovente distorcono(7).  Le   capacità  del visitatore   partecipe sono invece     risorse preziose,  quando consentono di riconoscere le proprietà differenziali del luogo ed  entrano  in consonanza con  le attività e le esperienze che  esso  consente e prepara

      Esemplare, in   altro  sito   abbaziale  del Piemonte-  la    Sacra  di San Michele in  bassa  val Susa -  la  felice    congiunzione che vi si è realizzata fra una  stabile, ancorché ridottissima,    presenza di religiosi,   un  competente  e creativo comitato scientifico, una vivace disponibile associazione  di volontari   attinti alla società locale. Grazie a questa costellazione convergente di attori  è possibile realizzare  attività di  studio, ricerca, produzione  artistica, intrattenimento colto, svago e presenza, che espongono l’  “anima del luogo” e invitano alla crescita di  frequentatori intenzionali  e fedeli (8).

      Riprendere, adattandolo,  in Vezzolano il “modello Sacra” significherebbe   fare     convergere    alcune condizioni che      sono   in parte già  presenti, in parte da costruire:  l’attività  di tutela e conservazione     svolta da   istituzioni competenti e autonome;      il    supporto   amichevole  e  non invasivo  di   istituzioni pubbliche  locali, qualora si convincano che è meglio  promuovere una presenza   qualificata e stabile, anziché un generico turismo presto di massa. Le   microiniziative volontaristiche   possono  evolvere in  un  volontariato culturale,  capace di  proposta e di  accoglienza.  Infine  è necessaria  la    partecipazione attiva di soggetti  interessati a  sostenere i segni di cultura artistica, storica religiosa(9).

     Evitare  utilizzi impropri e ripulire il luogo da scorie superflue: tutto ciò significa    conferirgli un   volto splendente,      libero di effondere pienamente    la luce dei suoi valori storici e spirituali.

    

NOTE

(1) La  Conferenza  per l’Osservatorio del Paesaggio,  da cui è ricavato il presente testo si è tenuta (26 mar.2004)   col titolo  Pre/visioni intorno a Vezzolano.Natura, cultura e valori di un iperluogo presso la Cantina sociale del Freisa in  Castelnuovo Don Bosco(un  precedente intervento sul tema alla     Biblioteca Comunale di Buttigliera  d’Asti; danno  notizie sui due incontri    J.Bianchi ,in    Corriere di Chieri”  del  14 feb.2004,    D.Peira,  in  “La Nuova Provincia “  del 18 feb.2004 e   del  30 mar.2004).  Riprendo e sviluppo   nel testo  le    idee   delineate  in D.Rei, La bellezza  inutile,    “Quaderni di Asti Studi Superiori” ,Asti,2003,pp.18-20;   Valore aggiunto, valore sottratto:quali scelte per il territorio ed il paesaggio?, in “Quaderni di Muscandia”,n.1,2003,  pp.81-89; Visioni di Vezzolano, in “Culture”,n.6,nov.2003,pp.51-54. Inoltre:     Gradoni e asfalto rovinerebbero la bella Vezzolano, lettera al    “Corriere di Chieri” ,24 apr.2004 ; Abbazia di Vezzolano:no al Museo di se stessa, in “La Nuova Provincia”  4 mag.2004;  Vezzolano, non solo turismo, in  ”Gazzetta di Asti”, 21 mag.2004.

 

(2) Paola SALERNO,a cura di, Santa Maria di Vezzolano.Il Pontile. Ricerche e restauri, Umberto Allemandi &C,Torino,1997; Bruno ZANARDI,  I convitati di pietra colorata. Restauri a Vezzolano , in “ Il Sole-24 ore” , 14 dic. 1997; Il giardino   del chiostro.Il restauro, pieghevole  illustrativo a   cura della Soprintendenza,  sd ma  2003.

 

(3)  Sono in  progetto  il rifacimento      dell’ area     di accesso (   parcheggi per pullmann e per auto),   la ricollocazione del bar ristoro,    il riassetto delle scarpate e dei prati per   regimare le acque piovane,   sentieri gradonati in mezzo al verde,  un impianto di illuminazione.  Gli interventi rientrano nel piano di intrerventi   per  l’   accompagnamento turistico delle  Olimpiadi, relativo alla  Provincia di Asti con fondi in prevalenza erogati dalla  regione Piemonte:  Olimpiadi per l’abbazia. Si investono 300 mila euro per rispettare l’ambiente, “Corriere di  Chieri” ,3 ott.2003.

 

(4) I meli di Vezzolano attrazione turistica,in  “La Stampa”  17 ott.2001; Maria Teresa GATTI, Alberi di pomi per ridare vita all’Abbazia, in    “Natural” ,   nov.2001,p.50

 

(5) Progetto Creso. Piano strategico per le Terre d’Asti,Sintesi,   sil e sd, ma 2004,  cit. p.5 (sott.agg.).

 

(6) Duccio CANESTRINI, Non sparate sul turista, Bollati Boringhieri,Torino,2004.

 

(7) Si veda  l’evocazione   “simil-new age”   del   Santo Graal  come  elemento di  congiunzione fra natura/paesaggio ed enologia: Alla ricerca della micro-eccellenza per lo sviluppo del sistema Italia. Considerazioni metodologiche e analisi dell’area di Muscandia( basso Monferrato),a cura di Carlo SECCHI, Università Bocconi Istituto di Economia del Turismo, sd . ma 1995,  in part.  p.14. Un  esempio di traslazione-  distorsione  dei linguaggi:  “ Con i luoghi salesiani e Vezzolano, il Nord Ovest astigiano è una straordinaria ricchezza potenziale per il turismo religioso. E siccome non necessariamente un pellegrinaggio dev'  essere una penitenza, il viaggio nelle terre di Don Bosco può snodarsi fra valenze ambientali, storiche, ricettive ed enogastronomiche che non sono certo un peccato ma una scoperta straordinaria…”:  tratto dal  Comunicato stampa della Regione Piemonte a proposito della variante stradale di Buttigliera, (altra opera per il turismo olimpico),  sott.agg.

 

(8) Sui luoghi di San Michele in Europa: Giampietro  CASIRAGHI  Lungo la via dell’angelo.  Origini e raggio d’ azione dell’ Abbazia di S.Michele   della Chiusa, in Culte  et pélerinages à Saint Michel en Occident  Les trois  monts dédiés à l’Archanges, sous la direction de Pierre BOUET,Giorgio OTRANTO et André VAUCHEZ, Ecole Francaise de Rome,2003,pp.322-340. In generale sul senso dei luoghi: James HILLMAN, L’anima dei luoghi. Conversazione con Carlo Truppi, Rizzoli, Milano,2004

 

(9) Il Comitato  sacrense ha  promosso la realizzazione di  un’ opera moderna da collocare all’ingresso del sito:  L’Arcangelo Michele alla Sacra.  Concorso nazionale per la realizzazione di una scultura ispirata all’arcangelo Michele,  Catalogo della Mostra dei lavori presentati, 2003.  Un  esempio in  altra parte d’Italia:     alla   Certosa di San Lorenzo di Padula  ( Salerno )  il    Progetto Le Opere e i Giorni  realizza  installazioni  artistiche nelle vecchie celle dei  Certosini. L’invenzione artistica oltrepassa la museificazione…



[1] Duccio CANESTRINI, Non sparate sul turista, Bollati Boringhieri,Torino,2004.