Avv. Fabrizio Brignolo
(Assessore all'Urbanistica del Comune di Asti)
Relazione su: Saluto introduttivo sul Codice del Paesaggio del Comune di Asti
Il Comune di Asti ha un territorio che per il 61 % della sua estensione è agricolo: circa 93 chilometri quadrati, quasi totalmente collinari, di vigne e altre colture di pregio. Al tempo stesso la Città di Asti ha un centro storico di impianto medievale che per estensione e caratteristiche architettoniche è secondo in Piemonte alla sola Torino e non ha i problemi di vivibilità delle grandi città.Il tutto in una più vasta area che comprende Monferrato, Langhe e Roero ed eccelle per produzioni enogastronomiche di qualità: vini, formaggi, tartufo, ecc.Su queste solide basi il territorio astigiano si sta evolvendo verso un’economia che punta sempre più su una duplice vocazione: da un lato il turismo culturale, ambientale ed enogastronomico; dall’altra una “logistica della residenza” che fa dei valori del vivere bene, in un ambiente gradevole e ricco di servizi, facilmente collegato ai grandi centri del nord produttivo, motivo di attrazione dall’esterno.
In questo disegno si inseriscono il Piano del Traffico che implementa la zona a traffico limitato e potenzia il trasporto pubblico, per rendere più fruibile e meno inquinato il centro urbano; si costruisce un centro fieristico e congressuale a tema enogastronomico (l’Enofila); si stanno recuperando complessi monumentali degradati, come il Casermone e il Michelerio; si sta costruendo, in una caserma abbandonata, la nuova sede per l’Università che si sta caratterizzando sempre più come ateneo delle scienze agricole e della collina; si realizza alla periferia est della città, all’incrocio tra l’autostrada Torino Piacenza e l’erigenda Asti Cuneo, nel pieno del corridoio cinque, un’area produttiva che vuole attrarre investimenti e tecnologia avanzata grazie a costi accessibili per le acquisizioni di capannoni (mediante un regime di convenzionamento con operatori privati) e grazie all’offerta di servizi complementari alle imprese; si è concertata con l’ANAS una tangenziale sud-ovest meno invasiva dal punto di vista ambientale rispetto all’originario progetto avente caratteristiche autostradali; si vogliono diffondere i criteri dell’edilizia sostenibile, si realizzerà il Parco del Tanaro e il Parco Agricolo, vera “cintura verde” della città. Tra queste attività vi è anche la predisposizione di un codice del paesaggio che regolamenti le tipologie e le modalità degli interventi edilizi in area agricola. La redazione di questo “Codice del paesaggio”, caratterizzata da elementi di assoluta innovazione e già in avanzata fase esecutiva, sarà articolata, per descriverla sommariamente, in quattro momenti successivi che possono essere definiti come:
CENSIMENTO PUNTUALE delle tipologie esistenti sul territorio con individuazione specifica delle emergenze e degli elementi tipici e caratteristici, valutato anche di quanto già acquisito in precedenza nel corso della redazione del vigente PRG.
CLASSIFICAZIONE E SUDDIVISIONE di quanto rilevato per definire uno specifico ABACO dell’esistente e consentire una lettura critica delle condizioni di compromissione del costruito; saranno definite specifiche categorie di appartenenza dei singoli edifici riferite alle caratteristiche architettoniche, condizioni di compromissione, inserimento e congruità ambientale;
INDIVIDUAZIONE DELLE NORME specifiche di tutela e salvaguardia attiva con gli indispensabili riferimenti alla sostenibilità degli interventi consentiti;
PREDISPOSIZIONE della PRESENTAZIONE del prodotto finale mediante individuazione del veicolo divulgativo adeguato (brochure informativa, conferenze stampa, presentazione on line, ecc…).
Mentre prevedevamo di censire circa un migliaio di rustici nel territorio comunale, siamo andati oltre ogni aspettativa arrivando a censirne circa 2.800. E’ un risultato che testimonia come il territorio del Comune di Asti sia ricco di un patrimonio diffuso di architettura che pur priva di particolare pregio o rilievo artistico e architettonico è ricca di valore documentario e contribuisce a mantenere a rafforzare l’identità del territorio. E’ un patrimonio che va tutelato e valorizzato. Parallelamente a questa attività volta alla tutela e valorizzazione del patrimonio esistente si sono introdotte e sono già operative (a livello di criteri di valutazione da parte delle Commissione edilizia Comunale) regole per la progettazione e costruzione di capannoni in area agricola. Spesso queste costruzioni (che godono, soprattutto allorché siano realizzate da coltivatori diretti, di procedure autorizzative particolarmente snelle e semplificate) sono causa di deturpamento del paesaggio e non possono di per sé essere impedite, in quanto sono funzionali all’esercizio dell’attività agricola che, per sua natura, è spesso indispensabile oltre che all’equilibrio economico del territorio, proprio al mantenimento dell’ordine e della qualità del paesaggio. Per contemperare l’esigenza di costruire con l’esigenza di preservare il paesaggio si è introdotto questo “corpo” di “criteri di valutazione” da parte della Commissione edilizia che ha trovato un punto di equilibrio dando prescrizioni che possono essere soddisfatte anche utilizzando “prefabbricati” o altri materiali “economici” che però garantiscano un impatto estetico sufficientemente gradevole e coerente con il contesto ambientale. Al fine di chiarire le tipologie si è anche data una serie di esempi fotografici di soluzioni da bocciare e soluzioni accoglibili. Nel dettaglio i criteri dettati dalla Commissione si possono così sintetizzare:
- I capannoni di nuova edificazione da realizzarsi in area agricola e/o in area contigua a quella agricola dal punto di vista paesistico-ambientale, possono essere realizzati con tecniche costruttive diverse da quelle tradizionali, come elementi prefabbricati in CLS o legno, strutture metalliche o simili, a condizione che non risulti leggibile la soluzione di continuità tra gli elementi costruttivi (travi, pilastri, pannelli di tamponamento, ecc..) dall’esterno.
- Dovranno pertanto essere poste in essere soluzioni architettoniche tali da garantire l’uniformità della facciata quali intonaco tinteggiato, rivestimento in laterizi o simili.
- La scelta cromatica per la tinteggiatura di facciata, che dovrà essere specificata in sede di richiesta di permesso di costruire o presentazione di DIA, sarà tale da riproporre colori tipici del luogo (ambito rurale), anche per gli elementi di finitura.
- E’ esclusa la realizzazione di finestrature a nastro.
- Le bucature previste in progetto dovranno presentare rapporto armonico tra la base e l’altezza e dovranno essere opportunamente distanziate.
- Le coperture dovranno essere realizzate a falde inclinate con esclusione di velette perimetrali e con manto di copertura in lamiere grecate metalliche, lastre ondulate, elementi discontinui curvi in laterizio (evitando tegole marsigliesi o simili).
- Il colore della suddetta copertura dovrà risultare neutra e comunque affine ai colori dei manti tradizionali.
-
Le capriate di copertura dovranno risultare contenute
fra i muri perimetrali; gli sporti o le tettoie dovranno aggettare come prosecuzione
delle falde principali (analogamente ai “passafuori” tradizionali) o come elementi
discontinui addossati al corpo principale con quota d’imposta inferiore alla
falda principale. Le pendenze dovranno risultare uniformate fra loro nel rispetto
delle norme di PRG. Nell’insieme
si può affermare che sempre crescente è la coscienza del rilievo
del paesaggio non solo come elemento di qualità della vita dei cittadini,
ma anche quale risorsa base per lo sviluppo economico in un momento di deindustrializzazione.
In questo contesto l’attività del Comune di Asti non è spezzettata
o disorganica ma vi è una serie di attività e di iniziative tra
loro coerenti e complementari finalizzate a migliorare fin d’ora (ove è
possibile) la qualità della risorsa paesaggio o, quanto meno, di porre
le basi (studi e norme) affinché per il futuro si consolidi un processo
virtuoso di miglioramento della qualità del costruito e del contesto
ambientale complessivo.
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PRESENTAZIONE AL CONVEGNO
Guarda la presentazione "Studio delle aree rurali per il recupero dei rustici"